di Augusto Sinagra – Leggo che Roberto Salis, orgoglioso padre della sua più nota figlia Ilaria, avrebbe detto che la cauzione di 40.000 euro per ottenere gli arresti domiciliari in Ungheria, avrebbe dovuto pagarla il governo italiano.
La pretesa è davvero interessante ma il felice padre di tanta figlia dovrebbe pur spiegarne il perché, e magari chiarire anche se la sua pretesa si estende al pagamento da parte del governo italiano delle spese di alloggio e mantenimento della nota figlia a Budapest, incluse le spese di assistenza da parte di un maggiordomo (rigorosamente antifascista).
La figlia “antifascista”
Non è tutto: ho ascoltato una dichiarazione del felice padre che tenta di nobilitare (secondo lui) la illustre figliola, qualificandola come “antifascista”.
A tale riguardo, l’impeto del paterno affetto manifesta una duplice “gaffe”: la prima è che l’accorato e accorto padre identifica gli antifascisti in coloro che vanno “in trasferta” all’estero ad aggredire gli avversari politici (come contesta la magistratura magiara alla signorina Ilaria Salis). Evidentemente il signor Roberto Salis è rimasto ai “bei tempi” (per lui e per sua figlia) quando si diceva che “colpire un fascista non è reato” ma anzi cosa meritoria e di grande rilevanza democratica.
Vilipendio dell’antifascismo
La seconda “gaffe” consiste in un oggettivo vilipendio dell’antifascismo vero (non quello falso, opportunistico e strumentale) che nel rispetto delle idee politiche che propugna con lealtà e chiarezza, non può essere confuso con coloro che fanno “politica” aggredendo gli avversari, chiunque questi siano. Confido nel fatto che la formazione politica che ha candidato la gentile signorina Ilaria Salis al Parlamento europeo, non raggiunga il richiesto quorum del 4 per cento, e che comunque la illustre candidata non venga eletta.
In ogni caso, lei e l’instancabile padre si mettano il cuore in pace: le Autorità ungheresi non riconosceranno nessuna immunità parlamentare… postuma.
La signorina Ilaria Salis sarà processata in Ungheria e, se condannata, sconterà lì la pena. Qui in Italia abbiamo altro di cui preoccuparci.
PROF. AUGUSTO SINAGRA