Chi ha sparato al premier slovacco Robert Fico “non era un ragazzino, può aver pensato di aver subito un’ingiustizia politica nel suo Paese, non sappiamo quale sia il vero motivo, ma non è un disegno politico quello che ha portato all’attentato”: lo ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del B7 Summit sollecitato dai giornalisti in merito all’attentato a Fico. “Tutti gli attentati devono essere condannati con grande fermezza. Possono esserci anche confronti politici duri, ma mai usare la violenza”, dice.
Ed è una posizione diversa da quella espressa dal premier ungherese Viktor Orban secondo il quale è il clima generale in Europa ad aver generato questo esito: “il fatto che il livello di violenza in Europa sia in aumento non sorprende nessuno”, ha detto Orban nella consueta intervista all’emittente Radio Kossuth. “La posizione dell’Europa è ormai radicalmente cambiata”, ha aggiunto, ricordando gli attentati terroristici in Europa e la guerra russa in Ucraina che ha portato, a suo dire, l’Ue a essere un “partito di guerra”. Secondo Orban, dietro l’attacco a Fico, ci sarebbe quindi “un criminale di sinistra, progressista, favorevole alla guerra”.
“I cani di grossa taglia – ha aggiunto – hanno interesse a che questa guerra continui e addirittura si espanda”. Il premier ha quindi deplorato l’attacco al “pacifista” Fico, che si trova ora “tra la vita e la morte”, sostenendo che anche se dovesse riprendersi, non potrebbe lavorare per mesi, in un momento critico per europee, in programma a giugno. “Siamo di fronte a un’elezione che – ha spiegato il premier ungherese – non solo deciderà i membri del Parlamento europeo, ma che, insieme alle elezioni statunitensi, può determinare il corso della guerra e della pace in Europa”.
Fico si trova nel reparto di terapia intensiva nell’ospedale Roosevelt di Banska Bystrica, città a 200 chilometri da Bratislava. “Ha subito stamattina un nuovo intervento chirurgico della durata di due ore e mezza”, ha ha detto il ministro della Difesa Robert Kalinak, parlando ai media. La direttrice dell’ospedale Miriam Lapunikova, al suo fianco, ha specificato che stamani il premier è stato sottoposto a un controllo e che “a seguito della visita e degli accertamenti sono stati eliminati i tessuti necrotici rimasti dopo la ferita più grave”.
Sono stati 5 i colpi di pistola che lo hanno raggiunto mercoledì mentre si trovava in strada con la sua scorta.
Perquisito l’appartamento dell’attentatore
Dalle prime indagini è emerso che l’attentatore Juraj Cintula sarebbe “un lupo solitario” che avrebbe agito “per vendetta” personale. Si sarebbe detto “orgoglioso” del suo gesto. La polizia slovacca ha perquisito la casa dell’uomo secondo quanto riferiscono i media locali. Come mostrano le riprese televisive, gli agenti hanno portato con sé l’uomo, che indossava un giubbotto antiproiettile e un casco, nell’appartamento che condivideva con sua moglie nella città occidentale di Levice. “La polizia è rimasta nell’appartamento per diverse ore… Hanno portato via il computer e i documenti dall’appartamento”, secondo i media locali. Juraj Cintula è stato accusato ieri di tentato omicidio premeditato. Sono emersi inoltre nuovi dettagli sull’arma utilizzata da Juraj Cintula: stando agli inquirenti si tratta di una pistola CZ75 calibro 9 millimetri di produzione ceca. L’uomo, che la possedeva legalmente, era in grado di utilizzarla perché aveva in passato lavorato nella sicurezza.
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