Il trapper Baby Gang, 22 anni, in vetta nelle classifiche dello streaming, chiede al Tribunale del Riesame, di essere scarcerato e di andare ai domiciliari
Mouhib è tornato in cella a fine aprile su decisione della Corte d’Appello di Milano a causa di alcune foto apparse sul suo profilo Instagram.
Quelle “fotografie” vanno “lette alla luce del loro significato simbolico e artistico”, si legge nel ricorso, e “hanno come unico scopo quello di enfatizzare il carisma del trapper Baby Gang” per l’uscita dell’ultimo album.
Il cantante, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, è di nuovo in carcere perché, hanno scritto i giudici, mentre era ai domiciliari con braccialetto elettronico (ha due condanne in primo grado per rapina e altri reati), avrebbe “comunicato con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie su Instagram” nelle quali “viene ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l’obiettivo”. Ma, spiega la difesa di Baby Gang, “il genere musicale” della trap “mutua dal rap l’impiego di espressioni e immagini cruente” e il profilo Instagram del trapper non è “amministrato direttamente” da lui, ma dal suo manager che si occupa “dell’aspetto comunicativo e della gestione dei canali social”.
La sua difesa nell’appello al Riesame fa notare, inoltre, che “sia l’arma impugnata dal Mouhib” che “i sacchi di marijuana presenti sullo sfondo erano mere ‘copie'”, ossia “oggetti di scena”, forniti “dalla casa di produzione del videoclip per rendere più realistico, e coerente con il titolo dell’album (L’angelo del male, ndr), il ‘personaggio'”. Si tratta, poi, di immagini “caricate sul profilo Instagram”, ma “scattate in occasione delle autorizzazioni concesse dall’autorità giudiziaria”, anche quando il cantante era ai domiciliari.
La difesa sottolinea pure come ormai Baby Gang sia “un celebre artista musicale attualmente all’apice del proprio successo, con all’attivo cinque album pubblicati, sottoscrizione di accordi contrattuali con le più importanti case discografiche nazionali”. tgcom24.mediaset.it