I reati contestati sono lottizzazione abusiva e falso
Milano, 6 mag. – L’intervento nel cantiere di via Leopontina che avrebbe portato a “insediamenti abitativi spropositati” è stato realizzato in violazione del Pgt del Comune (che vieta nuove costruzioni nei cortili più alte delle preesistenti), qualificando l’intervento come ristrutturazione edilizia, utilizzando la Scia e monetizzando le aree da cedere al Comune.
E’ quanto emerge nel decreto di sequestro preventivo, firmato dal gip di Milano Mattia Fiorentini, che vede nove indagati fra cui quattro funzionari (o ex) di Palazzo Marino. In particolare si tratta del dirigente e due responsabili dello Sportello unico per l’edilizia e dell’allora presidente della Commissione comunale per il Paesaggio Marco Prusicki che avrebbe omesso di rilevare la difformità del progetto.
Per il giudice, i dirigenti e funzionari coinvolti hanno “violato l’abc dei principi costituzionali di legalità, di tipicità dell’atto amministrativo, di gerarchia delle fonti, su cui si fonda lo stato di diritto, dei principi di cui all’art. 117 della Costituzione, che sorreggono la legislazione concorrente delle Regioni in materia di Governo del Territorio (ovvero l’urbanistica), mediante determine e procedure abnormi”.
Si evidenzia la formazione di “un sistema che – attraverso una lettura elastica del Regolamento edilizio, fondata su determine dirigenziali – finisce per attribuire alla suddetta commissione comunale per il paesaggio poteri in realtà decisori discrezionali sulla fattibilità del progetto edilizio, addirittura anche in fase di esame del titolo edilizio, in materie che quindi esulando del tutto dal campo suo proprio della compatibilità paesaggistica, per sconfinare in quello edilizio e soprattutto urbanistico”.
Un sistema che avrebbe consegnato all’organismo “valutativo” del Comune “poteri discrezionali in ordine alla formazione dei titoli edilizi, non ammissibili e in contrasto col sistema nella materia previsto e disciplinato dalla legge dello Stato e della Regione Lombardia“. Per il gip la Commissione per il Paesaggio, alla quale il Regolamento edilizio comunale e il Pgt del Comune di Milano hanno attribuito ampi poteri valutativi in fase istruttoria delle pratiche edilizie, è un organismo che non garantisce indipendenza e trasparenza, in quanto composto da professionisti architetti, nominati personalmente dal sindaco, che esercitano la libera professione a Milano (per cui ricevono parcelle dagli operatori), i cui progetti vengono sottoposti alla valutazione della stessa commissione del paesaggio, in osmosi con l’ufficio dello Sportello unico dell’edilizia, che per legge valuta gli stessi progetti”. (Adnkronos)