di Giuseppe Romeo – Le prossime europee dovrebbero caratterizzarsi per un cambio di passo e per una migliore qualità della rappresentanza nel tentativo di:
1.archiviare una delle peggiori leadership eurounioniste espresse negli ultimi decenni;
2.riqualificare il parterre degli eurodeputati soprattutto italiani in qualità e contenuti;
3.rilanciare, sotto una reinterpretazione più onesta lo spirito dei trattati e il senso di una vera, condivisa e cooperativa, quindi, unione continentale dei popoli prim’ancora che degli Stati.
Ma, alla fine NON SARÀ COSÌ
Ciò che si approssimera’ dopo l’euroday sarà una delle Europe peggiori dopo quella che portò alla Grande Guerra prima e alla Seconda dopo e al disastro von der Leyen per avvicinarci ai giorni nostri…
Sarà una Europa sintesi incommentabile tra tecnocrazia e populismo partitocratico. Una Europa che sarà un teatro di vecchie comparse e di nuovi apprendisti, che rappresenteranno lo scadimento di una politica da mercato rionale travestita con blasoni senza dignità (l’Italia sembra in questo pronta a fare la sua parte).
Sarà una Europa incapace di:
1. riportare la Russia su un terreno di dialogo;
2. di trasformare la Nato in una Alleanza eurocentrica;
3. di essere protagonista nel processo di pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo;
4. di riconquistare spazi di competitività economica lasciati alla Cina;
5. di ritagliarsi un ruolo alternativo all’Imperio dell’anglosfera in termini economici e geopolitici conquistando una propria sovranità e… quindi indipendenza anche tecnologica.
Sarà una Europa che non segnerà alcun cambiamento, ma che assisterà al solo e solito riposizionarsi di persone, parole, slogan e scelte già viste, vissute e patite.
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