Il centrosinistra in Puglia è ormai travolto da inchieste, arresti e indagini che, come in un vortice a cerchi concentrici, si fa sempre più stretto e sfiora Michele Emiliano
Il presidente della Regione Puglia potrebbe essere indagato per rivelazione di segreto d’ufficio perché lo scorso 10 aprile – dopo aver saputo dell’imminente arresto del commissario dell’agenzia regionale per la tecnologia (Arti) ed ex assessore regionale all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio – lo avrebbe avvertito dicendogli “dimettiti o ti rimuovo”. A rivelarlo al gup sarebbe stato lo stesso Pisicchio mostrando le schermate della chat con cui il governatore lo avrebbe avvisato di una vecchia inchiesta che stava avendo una accelerazione.
Fuga di notizie
A questo punto la procura vuole vederci chiaro ed è probabile che nei prossimi giorni ascolterà il governatore. Ad avallare la ricostruzione di Pisicchio c’è la cronologia degli avvenimenti. L’ex assessore, in effetti, lo scorso 10 aprile si dimise poche ore prima che arrivasse la notizia del suo arresto per corruzione e turbativa d’asta, insieme a suo fratello Enzo. Proprio le sue improvvise dimissioni dall’Arti avrebbero spinto gli inquirenti a sospettare di una fuga di notizie e quindi ad anticipare l’arresto che inizialmente era stato previsto per qualche giorno dopo. Pisicchio, inoltre, avrebbe aggiunto ai magistrati che a rivelare a Emiliano notizie riservate sul suo arresto sarebbe stata una “fonte romana”.
Chi ha fornito notizie segrete a Emiliano?
E tra i quesiti sollevati sulla vicenda da più parti del mondo politico c’è proprio questo punto: chi può aver dato al governatore notizie coperte dal segreto? Per la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, quanto accaduto rende ancor a più “urgente” una “convocazione del presidente” che era già in programma “in merito alle vicende legate ai rischi di infiltrazioni mafiose nel comune di Bari” su cui sta indagando anche la commissione di accesso inviata dal Viminale.
I 130 arresti per voto di scambio
Le grane giudiziarie per il centrosinistra, infatti, riguardano sia il Comune del capoluogo guidato da Antonio Decaro, scosso dai 130 arresti per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019; sia la giunta regionale con l’inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’assessora regionale di Trasporti, Anita Maurodinoia (ex Pd), indagata per corruzione elettorale con suo marito Sandro Cataldo che è stato arrestato. Quest’ultimo è ritenuto l’ideatore di un sistema di compravendita di voti realizzato con il movimento Sud al Centro che oggi ha annunciato che non si presenterà a nessuna delle prossime competizioni elettorali in programma.
In questo scenario il centrodestra attacca da più fronti e, anche attraverso i quotidiani schierati sul suo versante, chiede un rinnovamento sia al Comune, per cui si vota a giugno e dov’è in corsa il giovane aspirante sindaco Leghista Fabio Romito; sia in Regione dove chiede le dimissioni di Emiliano a circa un anno dalla scadenza del suo secondo mandato.
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