di Daniele Trabucco – Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, ha dichiarato che, nell’anno solare 2024, il fondo sanitario é ai massimi da sempre: 134 miliardi di euro. Pertanto, conclude Meloni, non si puó dire che il Governo della Repubblica, sul punto, abbia operato dei tagli. La realtá, purtroppo, é un’altra e certifica il definanziamento del sistema sanitario nazionale.
In primo luogo ed in via preliminare, come ha affermato il Presidente della Fondazione Gimbe, la c.d. “spesa out of pocket” (cioé al di fuori del SSN) ha raggiunto il 15%, una soglia che dimostra, benché frutto di una scelta volontaria, che si sta nei fatti sempre piú affermando un sistema misto pubblico-privato.
In secondo luogo, é lo stesso documento di economia e finanza a smentire la Meloni. Perché si arriva a 138,7 miliardi e, dunque, ad un 5% in piú rispetto al 2023? Semplicemente per il “gioco delle tre carte”: lo spostamento dal 2023 al 2024 dei fondi per il rinnovo dei contratti del personale dirigente e degli accordi per il personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale tra il 2019 e il 2021.
Travaso di denaro
É vero che si tratta del dato più alto di sempre in termini nominali, ma é solo un “travaso” di fondi. In realtá, il finanziamento al sistema sanitario è fermo a fronte di problemi e bisogni crescenti e, nel 2024, raggiungerá il 6,4 per cento del Pil e non certo il pronosticato 6,8 %, un dato, peraltro, che non tiene in minimo conto l’inflazione. Diciamolo in modo chiaro: a parità di potere d’acquisto, la nostra spesa pro capite è la metà di quella della Repubblica federale tedesca. In altri termini, un italiano riceve dallo Stato la metà dei fondi per curarsi rispetto a un tedesco.
Daniele Trabucco – Costituzionalista