ROMA, 18 APR – I progressi fatti nel mondo per ridurre le gravidanze indesiderate e il tasso di mortalità materna si sono bloccati e le donne africane continuano ad avere 130 volte più probabilità di morire per complicazioni legate alla gravidanza o al parto rispetto alle donne in Europa e Nord America. E’ quanto rileva un rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) secondo cui in un mondo in cui un quarto delle donne non può dire di no al sesso con il proprio partner e quasi una su dieci non ha scelta quando si tratta di contraccezione, 800 donne muoiono ogni giorno durante il parto, un dato preoccupante che non è cambiato dal 2016.
Quasi 500 di queste morti evitabili si verificano ogni giorno in paesi che vivono crisi umanitarie e conflitti. Lo studio evidenzia anche come il razzismo, il sessismo e altre forme di discriminazione svolgono un importante ruolo nel bloccare i progressi in materia di salute sessuale e riproduttiva. Secondo i risultati del rapporto, le donne e le ragazze intrappolate nella povertà hanno maggiori probabilità di morire prematuramente a causa della mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria se appartengono a gruppi minoritari o sono intrappolate in conflitti.
“Nell’arco di una generazione, abbiamo ridotto il tasso di gravidanze indesiderate di quasi un quinto, ridotto il tasso di mortalità materna di un terzo e assicurato leggi contro la violenza domestica in più di 160 paesi”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Unfpa, Natalia Kanem, ma oggi “i progressi sono ad un punto morto”. (ANSA)