Modena, 15 aprile 2024 – Ci sono molto probabilmente problemi psichici all’origine dell’aggressione nei confronti di tre donne avvenuta sabato pomeriggio intorno alle 14 in Corso Vittorio Emanuele. La polizia ha fermato un 26enne nordafricano regolare e senza precedenti penali. Gli agenti lo hanno rintracciato nei pressi del Novi Sad. Dagli accertamenti effettuati in un primo momento è risultato che il giovane non aveva assunto alcol o droghe; pertanto il suo stato ‘alterato’ è probabilmente da attribuire ad un disturbo psichico. Un’azione improvvisa e senza un apparente motivo avvenuta sotto gli occhi sconvolti dei passanti, i primi ad intervenire e a chiamare la polizia.
L’uomo ha aggredito in sequenza tre donne che stavano camminando lungo il corso gettandole a terra; una di queste ha riportato escoriazioni medicate su un’ambulanza del 118 arrivata sul posto. La donna ha sporto denuncia alla polizia e ora si stanno valutando provvedimenti. Solo grazie all’intervento di alcuni passanti l’aggressore è stato allontanato: sul posto sono poi arrivati gli agenti della squadra volante che lo hanno subito individuato.
Le aggressioni
Secondo i testimoni presenti sul posto il giovane nordafricano ha prima cercato di bloccare una giovane ma la stessa, con una mossa di karate, è riuscita a divincolarsi dalla presa e a fuggire. Subito dopo il malvivente ha preso di mira una seconda vittima, buttandola a terra e immobilizzandola. Liberata dai passanti, subito intervenuti, il balordo ha rincorso la terza donna, che stava tornando a casa piombandole addosso e bloccandole gambe e braccia. Anche in questo caso l’intervento dei cittadini è risultato provvidenziale.
“Venivo dal centro e nell’incrocio tra Vittorio Emanuele e via Cavour ho visto una ragazza a terra, con addosso questo ragazzo di origini magrebine – racconta l’ultima delle tre vittime, Claudia Ferrari, traumatizzata e in lacrime. Subito ho pensato che fosse svenuto, poi ho sentito la ragazza che gridava: non lo conosco, non lo conosco. Dei passanti si sono avvicinati e l’hanno liberata e lui si è sdraiato a croce in mezzo all’incrocio, come se fosse morto.
Io nel frattempo ho attraversato la strada e mi sono girata per capire cosa fosse successo: in quell’istante si è alzato, mi ha guardato e ho capito che sarebbe venuto verso di me. Lui ha iniziato a correre e anche io, più forte che potevo e gridando aiuto. Mi ha raggiunto, mi ha fatto lo sgambetto. Sono volata a terra e lui mi ha aggrappato da dietro, mi teneva ferme le braccia e le gambe con le sue. La gente è arrivata, mi ha liberata e dopo mi sono alzata”.
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