Giorgia Meloni valuta ogni strategia in vista del cruciale voto di giugno. La premier e leader di FdI si sta convincendo sempre di più della necessità di prendere l’iniziativa per anticipare le mosse di Francia, Polonia e Germania. Meloni – si legge su Repubblica – potrebbe scegliere di lanciare la candidatura di Mario Draghi alla guida delle istituzioni europee, senza attendere che lo facciano altri leader. Così riferiscono fonti di massimo livello e a lei vicine, in modo concorde. Per mettere in sicurezza il Pnrr, gestire il rientro per deficit eccessivo e una fase straordinaria dettata da una minaccia militare alle porte dell’Europa.
Da queste riflessioni nasce la carta Draghi, per blindarsi
È ovvio, il voto del 9 giugno potrebbe sempre stravolgere questi calcoli, ma siccome i sondaggi spingono per un quadro da “maggioranza Ursula” (ma senza Ursula von der Leyen), la tentazione di Meloni diventa interesse politico. È un’opzione che inevitabilmente rischia di deludere i big di FdI, che si contendono un posto da commissario europeo.
Nelle ultime ore – prosegue Repubblica – è emersa la richiesta italiana di prorogare di un anno, fino al 2027, l’attuazione del Recovery. È una proposta di cui si è fatto portavoce proprio Giorgetti, incontrando il fermo no dell’attuale Commissione. La partita andrà gestita con la prossima. Uno slittamento del Pnrr, inoltre, renderebbe meno serrato il ritmo della correzione dei conti pubblici, che rappresenta l’altra vera ipoteca sul futuro del governo. Circostanze che potrebbero spingere Meloni a fare il nome di Draghi. (www.affaritaliani.it)