Solo la Veritá, ossia l’ordine dell’essere ed il rispetto dei fini in esso inscritti, impedisce i totalitarismi
di Daniele Trabucco – Rinunciando a cogliere l’essere, la politica ha perduto la partita della Veritá. Non interrogarsi sul suo reale fondamento filosofico, o meglio su quella che é stata definita “la veritá della politica” (Danilo Castellano), significa accogliere passivamente la prospettiva del costruttivismo che riduce la politica a mera regola del gioco e, dunque, ad un contenuto sostanzialmente nihilistico.
Cosí fa il c.d. centro–destra, cosí fa il c.d. centro–sinistra
E tutto ció avviene perché le forze politiche elevano dogmaticamente a regola sostanziale una regola procedurale (la decisione a maggioranza). In questo modo lo Stato e le sue componenti politiche, non riconoscendo la veritá dell’essere come principio ispiratore dell’agire politico, si fanno garanti della “veritá impossibile”, ovvero fanno della non–veritá la veritá. La politica, allora, é un nome senza significato, dal momento che ne assumerebbe tanti quante sono le opinioni prevalenti.
Da qui, allora, la necessitá di una vera politica quale fattore di equilibrio non in vista della moltiplicazione dei diritti, ma del bene dell’uomo in quanto persona, quale “governo prudente” funzionale al bene comune. Solo la Veritá, ossia l’ordine dell’essere ed il rispetto dei fini in esso inscritti, impedisce i totalitarismi, evita l’anarchia, impone il rispetto ed il riconoscimento della pluralitá delle realtá per quello che esse ontologicamente sono.
Dobbiamo, peró, andare oltre l’esistenza come mero “fenomeno” (e su questo si fondano le ideologie transumane e post umane e piú in generale la modernitá) per giungere ad una esistenza “giustificata” dal fondamento e dal fine (cosí sempre Castellano).
Daniele Trabucco – Costituzionalista