“La magistratura non gode più della fiducia della maggioranza dei cittadini. E lo dico con dolore: quando ho iniziato a indossare la toga, l’80% era con noi. Dunque è assai grave che i magistrati protestino per un test che peraltro ci è stato suggerito dalle commissioni di Camera e Senato e che ormai è obbligatorio per chiunque, pubblico o privato, rivesta cariche importanti”. Così, in un’intervista a Il Messaggero, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
“Speriamo che i magistrati leggano bene il decreto, temo che fino ad ora abbiano discusso sul sentito dire. Se poi, come minaccia l’Anm, rispondessero con uno sciopero, gli italiani non li capirebbero. Riesumerebbero le vecchie polemiche, in parte infondate, che i giudici sono pagati troppo, lavorano poco e non rispondono a nessuno”, aggiunge.
A chi vorrebbe che il test venisse esteso anche ad altre cariche pubbliche, il guardasigilli risponde: “Di fatto accade già. Se poi si vuole estendere a tutti ben venga”. Sulla separazione della carriere, invece, il ministro ribadisce che “è nel nostro programma e tra aprile e maggio presenteremo il disegno di legge costituzionale. I tempi, rispetto a quello sul premierato, sono ancora da decidere ma saranno brevi”, mentre sulla possibilità di una revisione della legge Severino sulla decadenza “cercheremo di modificarla con il massimo accordo possibile, anche dell’opposizione, tenendo anche conto del bilanciamento tra la gravità dei reati e il principio di presunzione dell’innocenza”. (ITALPRESS)