Una decisione a dir poco sconcertante che non mancherà di sicuro di scatenare un mare di polemiche
di Federico Garau – Da Ragusa arriva una sentenza che farà certamente discutere, dividendo ancora una volta l’opinione pubblica su un tema particolarmente caldo e sentito, vale a dire quello dell’immigrazione: tre presunti scafisti, infatti, hanno ricevuto l’assoluzione, e le motivazioni avanzate dal collegio giudicante hanno lasciato a dir poco increduli.
Scafisti per necessità
Il collegio del tribunale di Ragusa si è espresso su un caso relativo al 2017, quando a Pozzallo si verificarono due maxi-sbarchi. A seguito dell’avvicinamento dei migranti, entrarono in azione la Guardia costiera italiana con la nave Fiorillo e una imbarcazione portacontainer canadese, la Alexander Maersk, che offrì il proprio supporto, caricando a bordo circa 287 persone. I migranti, come venne ricostruito più avanti, viaggiarono a bordo di tre gommoni, che si misero in mare in condizioni precarie. In quella circostanza furono fermati i tre presunti conducenti dei natanti, identificati come scafisti.
I tre, accusati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina sono stati seguiti dall’avvocato Italo Alia, che ha portato avanti le loro ragioni. A distanza di anni si arriva finalmente alla sentenza, anche se la decisione del tribunale collegiale di Ragusa ha lasciato in molti interdetti. Il presidente Andrea Reale, affiancato da Elio Manenti e Maria Rabili, ha dato l’assoluzione a tutti e tre gli imputati, che hanno visto cadere le accuse di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Secondo le toghe, infatti, in un caso non ci sarebbe alcuna prova di reato, mentre negli altri due casi i soggetti avrebbero agito per “stato di necessità”.
Le vittime
Quel maggio del 2017 morirono almeno 80 migranti in mare. Uno dei gommoni che trasportava circa 120 persone si era sgonfiato nel corso della traversata, facendo cadere in acqua chi si trovava a bordo. 408 i migranti che vennero trasferiti grazie alla nave militare Fiorillo. La squadra mobile di Ragusa venne incaricata di condurre le indagini sull’accaduto, e così si arrivò ai soggetti sopramenzionati.
Grazie alla testimonianza di alcuni sopravvissuti, le autorità vennero a sapere che uno degli scafisti aveva perso la vita dopo essere caduto in mare insieme ad altre persone che stava traghettando alla volta dell’Italia.
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