Il bersaglio coinvolto in questo frangenteassume un valore particolarmente rilevante tanto sul piano politico, quanto su quello diplomatico
di Daniele Trabucco – Israele sta rischiando l’escalation in Medio Oriente a seguito del bombardamento di un edificio appartenente all’ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran a Damasco, capitale della Siria, con un bilancio, al momento, di otto persone decedute. C’é, come si puó facilmente intuire, il serio pericolo che questo atto possa generare un vero e proprio conflitto.
Sul piano del diritto internazionale pubblico le ambasciate costituiscono una rappresentanza diplomatica di uno Stato accreditata presso un altro Stato. La dottrina internazionalistica ritiene la sede diplomatica come territorio dello Stato accreditante, negandone l’extraterritorialitá, sebbene vengano riconosciute tutte le immunitá necessarie previste dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961.
Il bombardamento in esame, dunque, é, in primo luogo, un vero e proprio atto di aggressione contro la sovranitá e l’integritá territoriale della Siria secondo quanto previsto dalle risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite rispettivamente sulle relazioni amichevoli tra Stati del 1970 e sulla definizione di aggressione del 1974.
In secondo luogo, una diretta minaccia verso l’Iran. É vero che Israele ha ammesso, anche in passato, di aver colpito sia in Libano, sia in Siria obiettivi legati ad Hezbollah (gruppo sciita libanese), alleato di Iran e Siria, ma il bersaglio coinvolto in questo frangente, proprio in ragione di quanto rappresenta, assume un valore particolarmente rilevante tanto sul piano politico, quanto su quello diplomatico.
Daniele Trabucco – Costituzionalista