Assange non sarà estradato, potrà fare ricorso ma resta in carcere

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Juliane Assange non verrà estradato. Almeno per ora. Il giornalista australiano, cofondatore di Wikileaks, ha ancora una carta da giocare per cercare di sfuggire alla contestatissima estradizione negli Usa, che gli danno la caccia da quasi 15 anni per (con la scusa, ndr) aver diffuso documenti riservati del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti non poche rivelazioni imbarazzanti.

L’Alta Corte di Londra ha infatti dato oggi il via libera all’istanza della difesa – respinta in primo grado – per un ulteriore, estremo appello di fronte alla giustizia britannica contro la consegna alle autorità d’oltre Oceano.

Gli Stati Uniti danno la caccia al giornalista almeno da 15 anni, ovvero da quando sul sito Wikileaks sono stati pubblicati una serie infinita di documenti e rapporti del Pentagono e della Difesa statunitense, per lo più secretati, che hanno svelato i retroscena delle azioni del governo statunitense nei teatri di guerra dove ha operato. Le testate di tutto il mondo hanno pubblicato quei documenti.

Gli Stati Uniti forniscano garanzia del rispetto dei diritti del giornalista

I giudici, che hanno emesso una sentenza suddivisa in 66 pagine, hanno anche chiesto garanzie agli Stati Uniti di fornire entro tre settimane ulteriori garanzie sul fatto che, se estradato, i diritti del giornalista accusato di spionaggio saranno rispettati. E, soprattutto, che non rischierà la pena di morte. Il caso è stato aggiornato al 20 maggio.
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