“Ricevo quasi quotidianamente minacce di morte, insulti, minacce varie. Le minacce di morte e gli insulti non appartengono alla civiltà, e chiunque sia la smetta di insultare questo o quello, nel caso di specie il preside, o chiunque altro, come il politico di turno”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, parlando del caso della scuola chiusa per Ramadan a Pioltello, in Lombardia, a margine dell’inaugurazione di Didacta Italia a Firenze.
“L’ufficio scolastico -ha aggiunto Valditara- deciderà in totale autonomia: io ho posto un problema di rispetto della legge, della legalità, delle regole più che altro. Ribadisco che ogni provvedimento deve essere motivato; che se la regione Lombardia fissa tre giorni di deroga devono essere tre e non possono essere di più; che le scuole non possono creare nuove festività, ma possono legittimamente derogare al calendario per motivi di carattere didattico”.
“Riconosco -ha aggiunto Valditara- il grande lavoro del dirigente scolastico, riconosco il grande lavoro dei docenti che operano in condizioni difficili”. “Voglio però sottoporvi un dato particolarmente inquietante, su cui noi dobbiamo invece veramente avviare una riflessione seria, perché purtroppo, nonostante gli sforzi notevoli dei professori e del preside, il livello di competenze in italiano di competenze con risultati deboli L1 ed L2 nella scuola di Pioltello è, al termine della scuola media, il 50,5%, mentre invece la media lombarda è 33,3%”, ha sottolineato ancora Valditara. (askanews)