BRUXELLES, 20 MAR – Gli stati dell’Ue e il Parlamento europeo hanno concordato oggi di limitare le importazioni agricole ucraine esenti da dazi doganali – uova, pollame e zucchero ma anche avena, mais e miele – a partire da giugno, hanno annunciato rispondendo alla protesta del settore. L’accordo raggiunto rinnova per un anno l’esenzione dai dazi concessa dal 2022 a Kiev ma con “meccanismi di salvaguardia” mirati ad alcuni prodotti sensibili, si legge in un comunicato dell’Eurocamera.
Il grano e l’orzo non sono interessati
Gli agricoltori Ue accusano l’afflusso di prodotti ucraini di abbassare i prezzi locali e di costituire concorrenza sleale. Il testo “prevede un freno d’urgenza a pollame, uova e zucchero” nonché “avena, mais, semole e miele”, precisa il Parlamento europeo nella nota. Il meccanismo di fatto limita i volumi di importazione di questi prodotti ai livelli medi importati dall’Ue nel 2022 e nel 2023, oltre i quali verranno reimposti i dazi doganali.
Gli agricoltori europei accusano i prodotti ucraini di far parte di una concorrenza “sleale”, non rispettando determinati standard riguardanti in particolare le dimensioni delle aziende agricole o l’uso di prodotti fitosanitari. Questo problema sta alimentando la rabbia soprattutto in Polonia, dove nelle ultime settimane gli agricoltori scontenti hanno bloccato i valichi di frontiera con l’Ucraina, così come con la Germania.
Per rispondere alle preoccupazioni, la Commissione europea aveva proposto di rinnovare l’esenzione dai dazi doganali prevedendo però “misure correttive” che potrebbero essere adottate rapidamente in caso di “perturbazioni significative” del mercato, anche se ciò riguarda solo “un singolo Stato membro”. Giovedì scorso gli eurodeputati hanno votato in massa per chiedere l’estensione del ‘capping’ ai cereali (frumento, orzo, avena, mais) e al miele.
I deputati hanno inoltre voluto calcolare il periodo di riferimento sulla media di tre anni (2021-2023). Le organizzazioni agricole hanno criticato il fatto che il tetto proposto da Bruxelles corrispondesse agli elevati volumi degli ultimi due anni, all’origine della crisi. Gli ambasciatori dei 27 hanno poi aperto lunedì anche la porta a limitazioni su alcuni cereali. Nei negoziati finali “i deputati hanno ottenuto dalla Commissione un fermo impegno ad agire in caso di aumento delle importazioni di grano ucraino”, precisa il Parlamento europeo.
E Bruxelles sarà tenuta ad agire “più rapidamente, entro 14 giorni anziché 21 giorni (come inizialmente previsto) se verranno raggiunte le soglie per l’attivazione dei meccanismi di salvaguardia. Allo stesso tempo, si sta lavorando per consentire ai prodotti agricoli ucraini di trovare i loro mercati originari ai quali il conflitto aveva un accesso in qualche modo chiuso” in Africa e in Medio Oriente, in modo che non rimangano bloccati in Europa, ha sottolineato ieri una fonte del governo francese. I 27 avevano allentato le regole per l’importazione di prodotti agricoli ucraini come misura di sostegno a Kiev dopo l’invasione russa lanciata nel febbraio 2022. L’Ucraina rappresenta una delle principali potenze agricole del continente europeo. (ANSA)