prof. Paolo Becchi – Il linguaggio della guerra
Per molto tempo abbiamo sempre sentito parlare di pace, e che mai ci sarebbe stata una nuova guerra in Europa. Con la Covid il linguaggio era già cambiato e si parlava sempre più spesso di guerra contro il virus. Confinamenti e privazioni delle libertà.
Ora si parla solo di guerra contro la Russia
Aumentano le spese militari e si parla di ripristinare la leva obbligatoria. Si parla di guerra e ci si prepara per farla. Persino il messaggio di @Pontifex_it
non è stato preso sul serio. E chi comincia, come Matteo Salvini, ad avanzare sia pure timidamente qualche dubbio viene trattato come un nemico filoputiano, solo perché ha riconosciuto un risultato elettorale oggettivo.
Ti aspetteresti almeno una vigorosa reazione popolare, piazze piene nelle grandi città europee contro questa follia, e invece solo deboli proteste. Tutto ciò non lascia ben sperare. Un vecchio marxista direbbe che in questa fase il capitalismo ha bisogno di distruggere.
Guerra al virus, e poi guerra a chi dissente dal vaccino. Il nemico era individuato: prima il virus , poi il no vax. Loro che parlano di odio in realtà sono stati i primi ad odiare. Adesso il nemico è Putin e chi mostra comprensione per la Russia è il nuovo nemico. È così la guerra sta diventando di nuovo una opzione. Ti dicono che non è vero, ma la stanno programmando
Il linguaggio della guerra
Per molto tempo abbiamo sempre sentito parlare di pace, e che mai ci sarebbe stata una nuova guerra in Europa. Con la Covid il linguaggio era già cambiato e si parlava sempre più spesso di guerra contro il virus. Confinamenti e privazioni delle…
— Paolo Becchi (@pbecchi) March 19, 2024