Ramadan, bambini di 10 anni costretti a digiunare a scuola: polemica a Firenze

mensa scolastica

 I bambini non potranno consumare il pranzo insieme ai compagni: su input dei genitori, in questo periodo dovranno rispettare il digiuno

di Giovanni Fiorentino – Due genitori, evidentemente islamici praticanti, avrebbero chiesto alla dirigenza scolastica di esonerare temporaneamente i loro figli dal servizio di refezione, per far osservare loro il Ramadan. E la richiesta è stata accettata: i due bambini di 10 anni protagonisti della vicenda rimarranno con i compagni di scuola anche durante la mensa, ma dovranno digiunare. Questa la storia che arriva da una scuola primaria di Calenzano (una cittadina dell’hinterland di Firenze) e che promette di far discutere: proprio nelle scorse ore la Lega vi ha peraltro posto l’accento.

Secondo quanto ricostruito, i due giovanissimi non potranno consumare come al solito il pranzo insieme ai compagni: su input dei genitori, in questo periodo dovranno rispettare il digiuno. Anche se la religione islamica non prevede a quanto pare l’obbligo, per i più giovani. “Abbiamo ricevuto due richieste – ha confermato al quotidiano La Nazione la dirigente scolastica – e ne ho preso atto rispettando la scelta delle famiglie. Se ci dovessero essere disagi, penseremo a una soluzione diversa. Cercheremo di impegnare questi bambini, per quanto possibile, in attività durante l’orario della mensa”.

Sull’episodio è poi intervenuta Susanna Ceccardi: l’europarlamentare del Carroccio ha parlato senza mezzi termini di “violenza sui minori”, ricordando inoltre un recente caso di cronaca segnalato a Pordenone. “Due bambini di 10 anni costretti dai genitori a digiunare durante la mensa scolastica, per osservare il Ramadan. Succede a Calenzano, in provincia di Firenze – il suo pensiero, espresso in una nota – non mi si venga a dire che è una loro libera scelta, data la loro età. E non mi si dica nemmeno che è libertà religiosa, perché chi non ha ancora raggiunto la pubertà dovrebbe essere esentato da questa pratica. In realtà, come nel caso della piccola di 10 anni costretta a indossare il niqab per andare a scuola a Pordenone, siamo di fronte a una vera e propria violenza sui minori, commessa in nome di un fondamentalismo religioso che sta prendendo sempre più piede nelle nostre città”.

Azioni che, secondo Ceccardi, nulla hanno a che vedere con la vera integrazione. E che rischiano anzi di ottenere l’effetto opposto. “Bisogna contrastare con fermezza questo fanatismo islamico, perché ne vanno di mezzo i diritti dei più piccoli, dei più indifesi. Compreso quello alla salute – ha concluso l’europarlamentare della Lega – velare una bambina da capo a piedi, lasciandole scoperti solo gli occhi, fa certamente più impressione che farle saltare un pranzo. Ma quest’ultimo episodio non è affatto meno grave: due bambini lasciati a tavola con un piatto vuoto davanti, che osservano i loro coetanei mangiare, non potranno che percepirsi ed essere percepiti come ‘diversi’. Èquesta l’integrazione che vogliamo?”.
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