MILANO, 13 MAR – La parola genocidio “adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione. Mentre io l’ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata”. E’ intervenuta così nel dibattito in corso sul termine usato per definire il conflitto a Gaza la senatrice a vita Liliana Segre, che parlando con il Corriere della Sera a margine di una mostra al memoriale della Shoah di Milano ha ribadito che quanto sta accadendo nella Striscia “è una cosa talmente dolorosa che, francamente, spero ogni giorno finisca”.
Segre è intervenuta anche sulla discussione nata dopo l’assegnazione dell’Oscar per il miglior film straniero a Jonathan Glazer con ‘La zona di interesse’. “Sarebbe stato meglio intitolarlo ‘la banalità del male’ – ha detto la senatrice -, perché è quel che riguarda quella famiglia nella sua villetta civettuola. La vera zona di interesse è dove stavamo noi, con quello che succedeva nei campi di sterminio: lì dentro nessuno sapeva niente di quello che succedeva fuori. Non escludo che il giorno in cui questo film dovesse passare su Netflix mi possa venirestranamente la voglia di farmi male e me lo possa vedere da sola, nel segreto della mia camera. Ma a che pro? Nessun film – ha concluso – può restituire quello che abbiamo vissuto. Neppure Schindler’s List c’è riuscito”.
Sulla situazione di Gaza, Liliana Segre ha insistito infine sul tema dei bambini: “A me interessa sempre salvarli, tutti. Gli adulti fanno degli errori di cui le prime vittime sono loro”. (ANSA)