PARIGI, 07 MAR – Gli strumenti di intelligenza artificiale più popolari al mondo sono alimentati da programmi di OpenAI e Meta che mostrano pregiudizi contro le donne: lo afferma uno studio pubblicato oggi dall’Unesco. I più grandi attori nel campo multimiliardario dell’intelligenza artificiale ‘addestrano’ i loro algoritmi su grandi quantità di dati in gran parte estratti da Internet, che consentono ai loro strumenti di scrivere nello stile di Oscar Wilde o creare immagini ispirate a Salvador Dalì, osserva lo studio.
Ma i loro risultati sono stati spesso criticati perché riflettono stereotipi razziali e sessisti, così come per l’utilizzo senza permesso di materiale protetto da copyright. Gli esperti dell’Unesco hanno testato l’algoritmo Llama 2 di Meta e GPT-2 e GPT-3.5 di OpenAI, il programma che alimenta la versione gratuita del popolare chatbot ChatGPT.
Lo studio ha rilevato che ciascun algoritmo – noto nel settore come Large Language Models (Llm) – mostrava “prove inequivocabili di pregiudizio contro le donne”. In particolare, i programmi generavano testi che associavano i nomi delle donne a parole come “casa”, “famiglia” o “bambini”, ma i nomi degli uomini erano collegati ad “affari”, “stipendio” o “carriera”. Inoltre, mentre gli uomini venivano ritratti in lavori di alto rango come insegnanti, avvocati e medici, le donne erano spesso prostitute, cuoche o domestiche. (ANSA)