Scandalo sanità: muore per garza dimenticata, sospeso medico “uomo di De Luca”

Scandalo sanità Campania

La Cardiologia di Salerno dalle stelle alle stalle, da eccellenza europea a problema. Il caso Coscioni

di Antonio Amorosi –  Enrico Coscioni, primario di Cardiochirurgia dell’ospedale salernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, è stato interdetto alla professione medica per un anno, su decisione del giudice per le indagini preliminari di Salerno.

Enrico Coscioni non è un medico qualsiasi. Fedelissimo di De Luca, uomo politico, docente universitario, Coscioni nel 2015 è capolista di Campania Libera lista in appoggio a Vincenzo De Luca. Coscioni è stato consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Campania, così come consigliere alla Sanità di De Luca, incarico che ha lasciato un anno fa, ed è così vicino al presidentissimo da rappresentarlo alla Conferenza Stato-Regioni sull’emergenza Covid e al vertice di Agenas, agenzia nazionale che monitora i sistemi sanitari regionali, che dirige.

“Il giudice per le indagini preliminari”, scrive la nota della Procura di Salerno a firma del Procuratore capo Giuseppe Borrelli, “ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei cinque indagati applicando la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione medica, inibendo loro ogni attività medica e tutte le attività di esse inerenti, per la durata di dodici mesi a carico del primario Coscioni, di nove mesi a carico dei dottori Del Negro e Toigo nonché di sei mesi a carico, rispettivamente, dei sanitari Pirozzi e Puca”. Si tratta dei medici Gerardo Del Negro e Pietro Toigo e dei sanitari Francesco Pirozzi e Aniello Puca.

Per questo decesso, sono sempre cinque, tre medici e due sanitari dell’ospedale Ruggi di Salerno, ad essere iscritti nel registro degli indagati dalla Procura.

Durante l’intervento al cuore a Umberto Maddolo, 62enne di Capaccio Paestum, per la “sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica”, l’equipe avrebbe dimenticato un lembo di garza di 8 centimetri nel ventricolo sinistro del paziente e fatto altri errori gravi. Per la Procura, anche sulla base della consulenza medica richiesta dai magistrati ad alcuni esperti, non sarebbe stato convocato l’ “Heart Team” che avrebbe dovuto prevedere le complicanze dell’intervento. I medici avrebbero dovuto interromperlo dopo aver trovato “una estesa calcificazione dell’aorta ascendente”. Ma completarono l’intervento “ignorando o sottovalutando”, scrive sempre la nota, “i rischi connessi alla necessità di manipolare significativamente un cuore provato da un infarto recente e già gravato da una significativa disfunzione”.

Infine il lembo di garza nel cuore dimenticato e che ha bloccato il flusso ematico dell’aorta: dove è stata ritrovato durante l’autopsia. Le complicazioni derivanti dall’operazione del 20 dicembre del 2021 hanno portato alla morte di Maddolo.

Il gip ha desunto i gravi indizi di colpevolezza di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario, dalle testimonianze del personale ospedaliero e dagli elaborati tecnici dei consulenti del pm Lidia Vivaldi. Il Nas dei Carabinieri di Salerno, che avevano seguito anche le indagini, hanno dato esecuzione all’ordinanza.

La procura aveva chiesto di allargare la misura interdittiva anche alla presidenza dell’Agenas. Il giudice sul punto ha rigettato “e contro tale statuizione la Procura della Repubblica si riserva di proporre appello”, si legge nella nota di Salerno.

Gli indagati e sospesi restano innocenti fino a eventuale giudizio definitivo di segno opposto ma già nel 2020 avevamo segnalato il problema e le osservazioni del creatore del reparto di cardiologia di Salerno, il professore Giuseppe Di Benedetto andato in pensione, che aveva spiegato come l’ingerenza politica stesse per mettere in crisi il reparto. Per approfondimenti leggi gli articoli linkati in blu.
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