Libertà e interesse generale: un equilibrio sempre insidioso

film Mary Poppins

Il caso ‘Mary Poppins’ sollecita un’attenzione che va ben oltre la criticabile nuova rubricazione di un film che rappresenta un cult della cinematografia mondiale

di Vincenzo Baldini – E’ recente la notizia che il British Board of Film Classification ha stabilito di riclassificare il film “Mary Poppins” da U (Universal, cioè per tutti) a PG (Parental Guidance), così richiedendo la presenza di un adulto per la visione di un minore di anni.
La causa di questa nuova rubricazione sta nel fatto che il film “contiene un linguaggio discriminatorio”, in particolare l’impiego del termine (ritenuto dispregiativo) “ottentotti”, originariamente impiegato dagli europei bianchi per indicare i nomadi dell’Africa meridionale.

La vicenda qui riportata lascia riflettere su quanto stridente possa mostrarsi, a volte, il conflitto culturale, tra un’accezione più liberale dei diritti ed una, invece, più strettamente connessa alla prevalente tutela di interessi generali, in questo caso identificati nella necessità di evitare formule e termini potenzialmente offensivi di una comunità o di un popolo.

La prima accezione premia innanzitutto l’espansione della libertà -nello specifico, della libertà dell’artista e, correlativamente, di quella del fruitore dell’opera cinematografica. La seconda, invece, muove dalla premessa che l’effettività dei diritti di libertà non possa implicare il sacrificio di interessi generali ritenuti primari, giungendosi così a prefigurare, in funzione di ciò, l’esistenza anche di limiti impliciti all’esercizio di libertà costituzionali.

Il caso di specie sollecita dunque un’attenzione che va ben oltre la criticabile nuova rubricazione di un film che rappresenta un cult della cinematografia mondiale. Esso reca in sé il monito a tenere sempre alta la pretesa di libertà, individuale e collettiva poiché il potere pubblico può senz’altro riuscire a determinare la condizione reale dei diritti fondamentali attraverso l’evocazione di parametri e interessi -come lo stato di emergenza, lo stato di crisi, la necessità etc.- oggettivamente elastici e indeterminati. Esso può così rimodellare secondo circostanze non senz’altro indipendenti dal contesto politico, significato, portata e limiti all’ esercizio delle libertà costituzionali. Il dinamico ripensamento dei termini di un equilibrio ragionevole tra l’esercizio della libertà ed il suo contenimento, in ragione del dichiarato perseguimento o della tutela di interessi generali rivela, in definitiva, l’intrinseca debolezza di ogni discorso sulla libertà come diritto positivo (Amato).

Di fronte a ciò, occorre che il sistema sociale nel pluralismo delle sue articolazioni, politiche e culturali, concorra in modo costante e decisivo a lasciar sviluppare, nella comunità come nelle istituzioni, una cultura delle libertà in cui venga a identificarsi l’ unità politica e sociale dello Stato. Tale cultura costituisce, peraltro, la base necessaria della democrazia come modus vivendi di un aggregato sociale.

L’adattamento pedissequo e acritico da parte dei componenti la società civile alle nuove condizioni che, per il potere pubblico, possano mai giustificare compressioni ulteriori e più stringenti della libertà “in nome della libertà” rappresenta dunque l’insidia maggiore per lo Stato democratico. Non si deve cedere, dunque, di fronte a esperienze in cui l’esercizio della libertà sia presentato come pericoloso per la conservazione dello Stato e la preservazione della comunità: se si accetta questo nuovo credo, in cui l’eccezione diventa la regola e l’ordinario naturale, siamo all’inizio di una rivoluzione copernicana in cui alla fine l’autorità è intesa come virtù e la libertà sarà divenuta privilegio o concessione del nuovo principe.

Prof. Vincenzo Baldini
Ordinario di diritto costituzionale
Dipartimento di Economia e Giurisprudenza
Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale
Responsabile scientifico Laboratorio dipartimentale “Diritti fondamentali”
Coordinatore Master II livello in “Diritto, deontologia e politiche sanitarie”
Direttore scientifico e responsabile Rivista telematica di fascia A: “Diritti fondamentali” (www.dirittifondamentali.it)