L’omicidio sarebbe maturato nell’ambito di incontri gay anche se la vittima pare non disdegnasse i rapporti clandestini con le donne
E’ stato arrestato il presunto killer che nel pomeriggio di sabato 20 gennaio avrebbe ucciso a coltellate Bledar Dedja, il 39enne albanese ritrovato morto nella mattinata del giorno dopo in un boschetto isolato in via dei Carpini a Paderno del Grappa. Si tratterebbe di un minorenne di 17 anni, italiano, residente a Pieve del Grappa, proveniente da un ambiente familiare insospettabile. L’arresto, operato dal Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri, sarebbe avvenuto nelle scorse ore in provincia di Treviso. Gli inquirenti, data anche l’età del sospettato, mantengono il più stretto riserbo sulla vicenda che è adesso al vaglio della Procura minorile di Venezia.
Il corpo senza vita di Dedja era stato trovato da un amico, riverso in un lago di sangue provocato dalla ferita da arma da taglio che gli era stata inflitta in dietro e che gli aveva bucato un polmone. Sul corpo del 39enne sarebbero state presenti altri colpi di coltello tra cui alcune lesioni da difesa. Nel corso dell’autopsia erano stati effettuati anche dei prelievi che puntavano ad accertare se l’uomo avesse avuto un rapporto sessuale prima di essere ucciso.
Bledar era stato trovato infatti a pochi metri dalla sua auto, una Mercedes Classe B con la quale aveva raggiunto via dei Carpini, con i pantaloni e la biancheria abbassati. Gli investigatori avevano subito puntato la pista del reato di natura sessuale: l’albanese era frequentatore di un locale nella pedemontana e avrebbe avuto in passato dei guai in famiglia dopo che la moglie l’aveva fatto seguire da un investigatore privato che avrebbe scoperto la “doppia vita” della vittima, costruita intorno a contatti presi con persone che frequentavano chat erotiche e che l’uomo contattava attraverso un secondo telefonino che aveva a sua disposizione.
Forse sono stati i messaggi tra Dedja e l’assassino ha incastrare il giovane
I carabinieri potrebbero aver anche confermato la presenza su luogo del delitto del 17enne attraverso i rilievi effettuati dal Ris di Parma sulla macchina (trovata chiusa, le chiavi non sarebbero state ritrovate) e soprattutto dalle impronte digitali che il killer potrebbe aver lasciato su alcuni oggetti personali, come il portafogli da cui comunque sembra che non fosse stato preso nulla.
L’omicidio sarebbe quindi maturato nell’ambito di incontri gay anche se Bledar pare non disdegnasse i rapporti clandestini con le donne, come confermerebbero le dichiarazioni di una 30enne, anche lei albanese, che aveva detto di averlo conosciuto due anni fa proprio in una chat di internet e di aver cominciato una frequentazione.
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