Carrara – Nella serata del 13 febbraio, il reparto di cure intermedie del Monoblocco è stato scosso da un evento tragico: un anziano di 84 anni è stato ritrovato senza vita nel proprio letto, in una pozza di sangue
Il personale stesso ha fatto la scoperta macabra. Il paziente, originario di Carrara, è stato trovato esanime, con una flebo al braccio dalla quale sembrava sgorgare il sangue, lasciando intendere un possibile dissanguamento come causa del decesso. I medici hanno tentato disperatamente di rianimarlo, ma ogni sforzo è stato vano.
L’attività investigativa, guidata dal tenente colonnello Cristiano Marella e dalla procura capitanata da Piero Capizzoto, si è immediatamente concentrata sul reparto stesso, ponendo sotto la lente d’ingrandimento il comportamento del personale. Il sospetto di un omicidio colposo si è fatto strada, poiché la morte sembrava essere il risultato di una negligenza, imprudenza o inesperienza durante le cure.
Il personale sanitario coinvolto è stato prontamente iscritto nel registro degli indagati, garantendo il diritto di assistenza legale in vista dell’autopsia imminente. Sono nove gli avvisi di garanzia che sono stati emessi, circoscrivendo l’attenzione agli operatori presenti durante quella tragica notte.
Il dottor Mario D’Amico, primario del reparto, ha chiarito che gli avvisi riguardano coloro che hanno firmato la cartella clinica, secondo quanto previsto dalla legge Gelli del 2017. L’accusa di reato colposo si basa sull’eventuale violazione delle linee guida o delle pratiche cliniche, che potrebbero aver contribuito al tragico esito.
Nonostante la gravità della situazione, l’ipotesi di negligenza resta al momento solo un’ipotesi, mentre le indagini proseguono senza sosta. L’autopsia potrebbe gettare luce su ciò che è accaduto in quella maledetta notte, mentre l’Asl stessa ha avviato un’indagine interna per fare chiarezza sulla vicenda.
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