di Daniele Trabucco – Si apprende la approvazione, da parte della Commissione parlamentare permanente IX del Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), del disegno di legge che definisce l’agricoltore come custode dell’ambiente e del territorio (art. 2) e istituisce la giornata nazionale (art. 5) dell’agricoltura (mancava).
Niente di nuovo sotto il sole
Ora, al di lá dell’aspetto meramente definitorio e premiale (si parla pure del premio “De agri cultura” per beni di elevata qualitá), il testo non presenta particolari novitá. Infatti, l’elenco delle attivitá dell’agricoltore custode dell’ambiente (una visione bucolica in perfetto stile virgiliano) é giá contenuta nel regolamento UE n. 2115/2021 del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea. Nell’art. 5, lett. b), si dice giá chiaramente che compito dell’attivitá agricola é quella di “sostenere e rafforzare la tutela dell’ambiente, compresa la biodiversitá“, nonché, lett. c), “rafforzare il tessuto socioeconomico delle aree rurali” anche combattendo l’abbandono delle zone agricole.
Sul punto non vale l’obiezione che il disegno di legge dá una definizione piú dettagliata e completa per l’ordinamento interno rispetto a quello dell’Unione Europea perché la fonte regolamentare non solo é dotata di diretta applicabilitá e di effetto diritto, ma é parte integrante anche del sistema normativo italiano (c.d. diritto “eurounitario”) in virtù della legge di autorizzazione alla ratifica del Trattato di Lisbona che dá forza alle fonti comunitarie derivate ad entrare nell’ordinamento interno. Ne consegue che, sebbene non vi sia sul punto alcun contrasto, la normativa interna nulla aggiunge di nuovo che giá non ci sia, limitandosi ad una mera esplicazione di quanto implicato nella fonte regolamentare.
prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista