“Discriminazione delle donne”, comitato Onu bacchetta l’Italia

ONU CEDAW

Ginevra  – Con il discorso finale di Ana Peláez Narváez, Presidente ad interim del Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW), si chiude l’ 87ma sessione del Comitato.
Il CEDAW ha pubblicato oggi le proprie conclusioni sulla Repubblica Centrafricana, Gibuti, Grecia, Italia, Niger, Oman, Tagikistan e Turkmenistan, dopo aver esaminato questi otto Stati durante la sua ultima sessione.

Di seguito gli aspetti più significativi riguardanti l’Italia

Pur accogliendo con favore le misure adottate dall’Italia per eliminare gli stereotipi di genere nei programmi televisivi di informazione e intrattenimento, il Comitato è tuttavia preoccupato per la persistenza del sessismo e degli stereotipi di genere a livello sociale e istituzionale. Il Comitato è stato inoltre turbato dai discorsi di odio contro le donne e le ragazze LBGTI e le donne e le ragazze con disabilità. Ha invitato l’Italia ad accelerare l’adozione di una strategia globale per eliminare gli stereotipi sui ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società, e a garantire le sanzioni imposte dall’Autorità italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nei casi di utilizzo di un linguaggio discriminatorio nei confronti delle donne e di discorsi di odio.

Il Comitato ha apprezzato la nomina del primo Presidente del Consiglio dei Ministri donna e gli sforzi dell’Italia per aumentare la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società pubbliche.
Tuttavia, ha espresso preoccupazione per il fatto che la rappresentanza femminile sia al Senato sia alla Camera dei Deputati sia diminuita dopo le elezioni del 2022 e che le donne continuino a essere significativamente sottorappresentate come presidenti di commissioni parlamentari e come ministri.

Il Comitato Ha raccomandato all’Italia di definire una strategia per garantire la parità di genere tra uomini e donne in tutti i settori della vita politica e pubblica e di fornire alle donne una formazione sulle capacità di leadership, sulle campagne elettorali e sulla costruzione dei collegi elettorali per prepararle a candidarsi a tutti i livelli di governo.
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