La Guardia di Finanza di Pisa, in collaborazione con i Comandi Provinciali di Brescia, Bergamo e dello Scico, ha dato esecuzione, nelle province di Brescia, Bergamo, Bolzano e Trento a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone. Le Fiamme gialle hanno individuato una consorteria criminale che si sarebbe resa responsabile dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e traffico illecito di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, tipo hashish, con l’aggravante della transnazionalità, importati dal Marocco e dalla Spagna nel territorio nazionale per la successiva distribuzione.
Gli accertamenti svolti, effettuati mediante attività tecniche e pedinamenti, avrebbero consentito di individuare l’esistenza di una stabile struttura criminale gestita da una famiglia di origini marocchine, che, essendo stanziale tra l’Italia, la Spagna e il Marocco, sarebbe riuscita ad importare ingenti quantitativi di hashish acquistati in Marocco.
La droga sarebbe stata importata dalla Spagna verso l’Italia mediante l’utilizzo di autoarticolati con targa spagnola e condotti da autisti “corrieri” compiacenti, che transitando dal valico di confine di Ventimiglia (IM) con carichi di copertura, come alberi da frutta o batterie per automobili, avrebbero consegnato la sostanza stupefacente ai sodali stanziati in Italia, che avrebbero coordinato le operazioni di ricezione e smistamento in varie città italiane, tra cui Pisa.
L’organizzazione criminale, composta da 18 indagati, tra marocchini, afgani, spagnoli, senegalesi ed italiani, si sarebbe avvalsa di una solida base operativa nella provincia di Bergamo, in particolare tra le località di Dalmine, Stezzano e Osio Sotto, ove era presente il luogo di stoccaggio del narcotico, una cascina adibita alla produzione di formaggi, accuratamente sorvegliata da soggetti compiacenti. All’associazione criminale viene contestata l’illecita importazione di hashish per un totale di circa 1.300 chili che sul mercato avrebbe fruttato circa 4 milioni e mezzo di euro, che sarebbero stati trasferiti da uno dei promotori dell’associazione, mediante fittizi brokers finanziari, direttamente in Spagna. (ITALPRESS)