L’assegnazione dell’onorificenza a Tito avvenne nel corso nella visita ufficiale del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat a Belgrado nell’ottobre 1969
“In ogni caso incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito, anche se defunto, che si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità”. Riparte da questa formulazione la maggioranza che domani, in prima commissione alla Camera, punta ad approvare la Pdl sulla ‘revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana’ in modo da ritirare il titolo di Cavaliere di Gran croce concesso nel 1969 al maresciallo Tito.
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“E’ un dovere morale. Considerato che, come ha giustamente detto il presidente Meloni, oggi è caduto il muro del silenzio”, spiega all’Adnkronos Alessandro Urzì (FdI), il relatore del provvedimento. “Dobbiamo garantire una netta demarcazione tra morale e storia, abbiamo il dovere di definire i termini di legge per avere la possibilità di rivedere la scelta di allora. Stiamo parlando di una onorificenza concessa a un dittatore responsabile di tremende esperienze vissute dal popolo italiano dopo la guerra -sottolinea Urzì-. Il provvedimento è la sintesi di una volontà ampiamente condivisa e di grande attualità in questi giorni”.
Il provvedimento all’esame della commissione Affari costituzionali è frutto della sintesi delle proposte di legge presentate da Lega e FdI. Nell’iter della pdl non sono mancati i momenti di tensione tra maggioranza e opposizione: “Auspico un approccio più collaborativo -dice il relatore-. Nell’ultima seduta sono stato interrotto dagli esponenti del Pd, mi è stato impedito di proseguire nella mia illustrazione e di esprimere una valutazione. La seduta è stata interrotta bruscamente dai tumulti in aula, le opposizioni hanno mantenuto un approccio molto violento dal punto di vista verbale. Ma io sono orgoglioso del lavoro svolto, credo si dovrà arrivare rapidamente ad avere uno strumento legislativo adatto”. ADNKRONOS