Il competente Comando dell’Arma ha subito trasferito e demansionato il Carabiniere in questione in modo del tutto illegittimo
di Augusto Sinagra – Mi riferisco alla vicenda del Carabiniere che in servizio, suppongo di ordine pubblico, avrebbe esternato ad una anziana signora il suo pensiero a proposito del Presidente della Repubblica.
Ovviamente si è scatenata l’immediata reazione delle ipocrite vestali della legalità e della difesa della Costituzione.
Qualche cretino ritiene (forse augurandoselo) che il Carabiniere rischi 15 di carcere, ma di cretini è pieno il mondo.
Penso che al di là di un giudizio di opportunità non vi sia altro da esprimere sulle frasi pronunciate dal Carabiniere.
Il competente Comando dell’Arma ha subito trasferito e demansionato il Carabiniere in questione in modo del tutto illegittimo: si tratta di sanzioni disciplinari che legalmente possono essere adottate all’esito del relativo procedimento, non prima; adottarli illegalmente prima (non sussistendo nessun motivo di incompatibilità per il Carabiniere a permanere nella sede con le medesime funzioni) è soltanto puerile compiacenza neppure richiesta data l’immediatezza degli illegali provvedimenti assunti.
Nulla vi è di rilevante sul piano penale poiché nessuna delle parole pronunciate dal Carabiniere integra il reato di vilipendio del Capo dello Stato.
Neppure è ipotizzabile una qualsiasi ipotesi di insubordinazione da parte del Carabiniere, il quale non ha assolutamente detto di non voler eseguire gli ordini a lui impartiti dai suoi superiori gerarchici o dallo stesso Capo dello Stato.
Egli si è limitato a dire che non ha votato Mattarella (né nessuno poteva votarlo perché non vi è il voto popolare diretto, tanto è vero che … è stato eletto); che non lo riconosce come suo Presidente e che non si sente da lui rappresentato.
A parte il fatto che le parole usate non riflettono il pensiero del solo Carabiniere, vi è che egli non ha in alcun modo contestato l’ordine costituzionale e la sua intenzione di venir meno al suo dovere di rispettare la Costituzione, appunto, e le leggi dello Stato.
Dunque, dove sta il problema se non nei limiti ristretti di un giudizio negativo o positivo di opportunità e sempre restando l’obbligo legale di attendere l’esito del procedimento disciplinare?
Vi è un precedente noto a pochissimi, forse ormai a nessuno: quando alla Signora Rachele Guidi Mussolini furono finalmente riconsegnati i resti mortali del marito nel Cimitero di Predappio, il Maresciallo Comandante la locale Stazione dei Carabinieri (era un siciliano) dispose a guardia d’onore di quei resti mortali due Carabinieri armati, come prevedeva (e forse ancora prevede) il relativo Regolamento con riguardo agli ex Presidenti del Consiglio dei Ministri.
Da lì a pochi giorni il Maresciallo in questione fu trasferito in Sicilia (come lui probabilmente desiderava).
La cosa finì lì. Forse c’era più saggezza allora e non c’erano di sicuro le incommentabili strumentalizzazioni opportunistiche di oggi.
Prof. AUGUSTO SINAGRA