Shoah, Segre firma la voce “Memoria” nella Treccani

Liliana Segre

“necessario che oggi funzioni un sistema integrato della memoria fatto di scuola, università, formazione, centri di ricerca, mezzi di comunicazione, famiglie, società nel suo insieme”

Roma, 26 gen. – “L’unicità della Shoah rende ancora più necessaria la testimonianza dei sopravvissuti e la necessità di un sistema integrato della memoria fatto di scuola, università, formazione, centri di ricerca, mezzi di comunicazione, famiglie, società nel suo insieme. La memoria è senza dubbio fatto personale, ma raggiunge il suo valore più autentico quando, integrandosi con i canoni e l’universalità del discorso storico, diviene più generale patrimonio collettivo, di una società e di un’epoca”.

Lo scrive Liliana Segre nella nuova voce “Memoria” pubblicata sulla X Appendice della Enciclopedia Italiana e da oggi disponibile sul portale Treccani.it. “Particolarmente nel caso della Shoah – scrive la senatrice a vita – è bene che i tre livelli della testimonianza, della storia e della memoria, pur senza confondersi, si incontrino e completino a vicenda. Proprio l’unicità infatti dello sterminio sistematico del popolo ebraico (e di altre minoranze sociali e politiche) perpetrato in Europa dai nazisti, quasi impone l’esigenza di dar luogo a un discorso al tempo stesso diffuso e intelligibile a tutti, ma anche serio, informato, credibile”.

E “se, come dissero Elie Wiesel e molti altri internati, solo chi visse quell’inferno può davvero realizzare che cosa fosse, proprio questo rende tanto più preziosa la testimonianza dei sopravvissuti, il loro racconto di fatti, persone, circostanze, tutti elementi che assumono una collocazione eminente nel discorso storico scientifico e di conseguenza nella formazione della coscienza civile. Di qui il dovere inderogabile – per i testimoni – di ricordare, educare, fare opinione, ma poi anche denunciare falsificazioni, conferire documenti, fornire prove” prosegue la senatrice a vita testimone vivente della Shoah.

“Certo – si legge resterà sempre uno scarto fra la parola e la realtà, fra il dire e l’indicibile, uno scarto che forse neanche l’esperienza diretta potrà mai colmare, in special modo per il tempo in cui testimoni non ve ne saranno più. E se pure questo è un problema di tutte le epoche storiche, l’unicità della Shoah rende ancora più necessario che oggi funzioni un sistema integrato della memoria fatto di scuola, università, formazione, centri di ricerca, mezzi di comunicazione, famiglie, società nel suo insieme”.  ASKANEWS