“Compiere questo cammino della cittadinanza europea resta una sfida fondamentale per non tornare a un’Europa delle piccole patrie o dei nazionalismi di ritorno”.
Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, nella sua lectio magistralis, dedicata proprio alla ‘cittadinanza europea’, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Brescia.
“Siamo di fronte tuttora a una cittadinanza incompiuta perché tutti i grandissimi passi in avanti che abbiamo fatto fanno fatica a superare ancora alcuni degli ostacoli nel progetto europeo”.
“A giugno ci saranno le elezioni europee, per ora si parla di tutt’altro, ma non dobbiamo disperare che queste questioni che interpellano il nostro futuro emergano con forza in questa campagna elettorale. L’alternativa è molto semplice tra cittadinanza europea e il piccolo mondo antico e le nostalgie” che ogni Paese ha “per il suo pezzo di età dell’oro”.
“E’ questa nostalgia che ci guiderà, o peggio la paura dell’immigrato, – si chiede Gentiloni – oppure è l’aspirazione alla cittadinanza europea?” “Quello che in gergo chiamiamo nazionalismo, sovranismo finora ha abbastanza perso la partita” come dimostra oltre il 60% di ‘Bregret’, di chi si rammarica d’aver lasciato l’Ue.
“E’ vero che il sovranismo e il nazionalismo hanno subito dei colpi e chi ha deciso di andarsene non ha avuto grande fortuna ma la sfida per la cittadinanza europea rimane aperta“. “Il processo di costruzione di un demos europeo – ha spiegato – è stato più faticoso, si continua a parlare molto di Europa dei popoli mentre è più difficile parlare di un popolo europeo”.
“Tutti i grandissimi passi in avanti fanno fatica a superare alcuni ostacoli enormi nel progetto europeo, che è ancora incompiuto dal punto di vista democratico per esempio”, con un Parlamento che “non ha i poteri di un parlamento nazionale”.
Tuttavia “penso che ci siano le condizioni perché soprattutto voi studenti e studentesse con determinazione e coraggio possiate essere una generazione non di sonnambuli” – ha concluso Gentiloni citando il libro ‘I sonnambuli’ di Christopher Clark su come l’Europa arrivò “quasi senza accorgersene” alla Grande Guerra -, “ma davvero una generazione di cittadini europei”. ANSA