Mentre l’autopsia ha certificato che Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata senza vita nel fiume Lambro, è morta per annegamento, le indagini ora puntano a scoprire se esiste davvero il cliente della recensione contro i clienti gay e disabili della pizzeria. E in quel caso, a identificarlo. Per questo gli investigatori stanno analizzando tutti gli indizi utili: il libro delle prenotazioni del locale, i filmati della telecamera di videosorveglianza posizionata sopra l’ingresso, gli scontrini e le ricevute emessi dalla pizzeria, i dettagli dei pagamenti con carta di credito. In questo modo si cerca di rimettere insieme il puzzle per cercare la verità sul caso.
La ristoratrice ascoltata dai carabinieri
Proprio su quella recensione, per la quale la ristoratrice era stata accusata di averla inventata per farsi pubblicità, Giovanna Pedretti era stata ascoltata dai carabinieri sabato, e ai militari aveva confermato l’esistenza del cliente autore dei commenti omofobi e discriminatori. La donna, che era stata accompagnata in caserma dal marito, aveva però sostenuto di non essere in grado di fornire una descrizione precisa e di non conoscerlo. E durante l’audizione era apparsa nervosa, turbata e tormentata.
Il suicidio di Giovanna Pedretti
Poche ore dopo, il suicidio: alle 4 di domenica mattina, la titolare della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, è uscita dalla sua casa e, in auto, si è diretta verso il Lambro. A questo punto, secondo la ricostruzione dell’autopsia, Giovanna Pedretti ha prima cercato di tagliarsi i polsi con una lametta; quindi è scesa dall’auto e si è immersa nel fiume, morendo annegata. tgcom24.mediaset.it