Nel 2024 servono 1,5 miliardi di dollari per proteggere la salute delle popolazioni più vulnerabili coinvolte di 41 emergenze globali, in un contesto di guerra, cambiamento climatico e instabilità economica che continuano ad alimentare fame, malattie, disuguaglianze e flussi migratori. E’ l’appello lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, con l’obiettivo di raggiungere quest’anno oltre 87 milioni di persone. “Per chi si trova ad affrontare emergenze l’interruzione dei servizi sanitari essenziali spesso significa la differenza tra la vita e la morte”, afferma il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Ogni dollaro investito nell’Oms garantisce un ritorno di almeno 35 dollari”, sottolinea l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute.
“Dalle madri che partoriscono durante un conflitto ai bambini nelle aree del mondo colpite dalla siccità, ai malati di cancro o che necessitano di dialisi, l’assistenza sanitaria salva vite umane – evidenzia il Dg dell’Oms – Fondamentale anche per interrompere il circolo vizioso che troppo spesso lascia popolazioni in condizioni di rischio che rendono necessaria un’ulteriore assistenza emergenziale”.
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Le risorse che l’agenzia ginevrina punta a mettere in campo quest’anno permetteranno “assistenza sanitaria salvavita, distribuzione di forniture e attrezzature sanitarie essenziali, insieme al mantenimento dei servizi essenziali per garantire un’assistenza continua”, elenca l’Oms. Ancora, aggiunge, i fondi sosterranno “l’accesso diretto all’assistenza sanitaria per le comunità in aree difficili da raggiungere, in collaborazione con organizzazioni locali, e una risposta efficace per monitorare, condividere informazioni e documentare epidemie e attacchi agli operatori sanitari“. Infine, “altre azioni importanti sono il mantenimento dei sistemi sanitari esistenti e il rafforzamento della resilienza contro le minacce future”.
Nel dettaglio, alla Regione africana dell’Oms verrebbero destinati 334 milioni di dollari, al Mediterraneo orientale 705 milioni, alla Regione europea 183 milioni, al Pacifico occidentale 15,2 milioni, al Sudest asiatico 49 milioni e alle Americhe 131 milioni.
“Con il sostegno dei donatori salveremo vite umane, risponderemo ai bisogni sanitari critici dei più vulnerabili e aiuteremo le comunità a risollevarsi dalle crisi con una maggiore capacità di affrontare le future minacce sanitarie”, promette il Dg che ringrazia per “il sostegno ricevuto nel 2023, che ci ha permesso di assistere milioni di persone. Mentre entriamo nel 2024 – avverte – la solidarietà e il supporto della comunità internazionale sono più che mai necessari”. (Adnkronos Salute)