“Sulle aggressioni al personale medico c’è un problema di natura culturale. I cittadini devono comprendere che il medico e l’infermiere del pronto soccorso sono alleati dei pazienti”
La sanità in Italia “è in fase di cura ricostituente. Ho trovato un sistema ingolfato dopo anni di tagli e disorganizzazione. Non siamo rimasti a guardare. La salute è tornata al centro dell’agenda di governo: abbiamo aumentato le risorse, come mai avvenuto in passato, con oltre 11 miliardi nel triennio per il Fondo sanitario nazionale. In questo modo potremo aumentare gli stipendi del personale e ridurre le liste d’attesa”. Lo dice il ministro della Salute Orazio Schillaci in una intervista a “Il Messaggero”.
Su come evitare le fughe dei medici dai Pronto soccorso, aggiunge: “Valorizzandoli molto di più. Lavorare in pronto soccorso comporta grandi sacrifici e per questo a maggio abbiamo approvato norme sulle indennità di pronto soccorso, aumentato le tariffe del lavoro straordinario, incentivato l’impiego degli specializzandi e inasprito le pene per chi aggredisce operatori sanitari.
Sono i primi passi ma non gli unici per scongiurare l’allontanamento di medici e infermieri dai pronto soccorso, e incentivare i giovani laureati a scegliere la specializzazione in emergenza-urgenza. Il potenziamento dell’assistenza territoriale, attraverso le case di comunità e gli ospedali di comunità, consentirà ulteriormente di alleggerire la pressione sugli ospedali e fare in modo che il personale possa lavorare con minori livelli di stress”.
Sulle aggressioni al personale medico da parte dei parenti dei pazienti, Schillaci ricorda come “Oltre alle misure di sicurezza, con il ministro Piantedosi siamo intervenuti aumentando i presidi di polizia. Ma c’è anche un problema di natura culturale. Per questo ho promosso campagne di sensibilizzazione, insieme alle federazioni e le associazioni di categoria, affinchè i cittadini comprendano che il medico e l’infermiere del pronto soccorso, e più ingenerale i camici bianchi, sono alleati dei pazienti: si prendono cura delle persone e non meritano di essere aggrediti, nè fisicamente nè verbalmente. Troppo spesso, poi, sono donne le vittime di queste aggressioni. E’ intollerabile” (ITALPRESS)