Elezioni UE, Boldrini contro Schlein: ‘penalizza le donne’

Laura Boldrini e Elly Schlein

Cosa stia passando per la testa di Elly Schlein in vista delle Europee non è dato sapere. Ben più certo però cosa pensano le donne del Pd. Mentre tutto il partito è in attesa di sapere se la leader si candiderà o meno in tutte e cinque le circoscrizioni, a frenare le ambizioni di Schlein ci pensa Laura Boldrini. Intercettata dal Corriere della Sera, l’ex presidente della Camera scuote la testa: “Immagino che non voglia incorrere in questo rischio, lei è una segretaria femminista. Candidandosi capolista nelle cinque circoscrizioni finirebbe per penalizzare le donne del partito“.

La ragione è chiara, causa meccanismo di alternanza, se Schlein si candida in caso di vittoria lascia il posto al candidato uomo che segue in lista. Quanto basta a scatenare l’ira delle colleghe. “Sono convinta che valorizzare le donne sia un elemento chiave per costruire un programma femminista per la prossima legislatura europea“, tuona anche Alessandra Moretti, dell’idea che “il Pd dovrebbe sempre promuovere la partecipazione femminile nelle assemblee legislative perché la qualità della democrazia si misura anche dalla nostra presenza nei luoghi delle decisioni. Tanto più per il futuro di un’Europa che dovrà rimettere al centro le persone: la voce delle donne non può essere silenziata ma è essenziale per garantire quell’Europa sociale e dei diritti messi a dura prova da governi di destra come il nostro”.

E ci va ben più schietta Paola De Micheli

In lizza alle primarie poi vinte da Schlein, la dem si rivolge direttamente alla segretaria: “Non deve candidarsi. Il partito deve essere plurale. È il partito che si deve affermare, non Schlein“, perché “nel Pd ci sono tante donne, quantitativamente e qualitativamente. Penso a Pina Picierno, che oggi è vicepresidente del Parlamento europeo. Irene Tinagli, Elisabetta Gualmini. Ma non solo”. E alla lunga lista di voci “dissidenti”, ecco che si aggiunge quella di Sandra Zampa. Insomma, questa candidatura non s’ha da fare. www.liberoquotidiano.it