Una nuova rassegna lanciata dal British Film Institute di Londra, che include celebri pellicole cult di James Bond degli anni Sessanta, contiene anche un controverso avviso per il pubblico riguardante i “contenuti considerati oggi offensivi” con tanto di presa di distanza dell’istituto del cinema.
Torna così a riaprirsi la polemica sul personaggio di 007 creato da Ian Fleming, per il suo linguaggio e i suoi atteggiamenti giudicati come sessisti e razzisti in base alla sensibilità attuale, che aveva già portato in precedenza a interventi di revisione sulle opere dello scrittore britannico e anche all’inserimento di apposite avvertenze.
I film sotto accusa
In questo caso i film finiti al centro di una “assurda iniziativa”, come la definiscono i critici inclusi i tabloid come il Daily Mail, sono in particolare “Si vive solo due volte” e “Missione Goldfinger” con protagonista Sean Connery nei panni di Bond, che fanno parte di una rassegna dedicata a John Barry, celebre compositore delle colonne sonore della saga cinematografica incentrata sulla spia con licenza di uccidere. Sotto accusa le scene da seduttore interpretate da Connery, come quella in “Missione Goldfinger” quando si impone fisicamente sul personaggio di Pussy Galore (l’attrice Honor Blackman) o quella di “Si vive solo due volte” in cui si traveste assumendo dei tratti “orientali”. In quest’ultimo caso il Bfi ha introdotto un’ulteriore avvertenza parlando di “stereotipi razziali obsoleti”.
Il politicamente corretto tra cultura e spettacolo
L’iniziativa non può che alimentare nel Regno Unito e altrove il lungo dibattito riguardante il politicamente corretto e gli interventi a posteriori che già hanno riguardato diverse opere letterarie, come i libri di Roald Dahl e Agatha Christie.
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