TORINO, 19 DIC – Assolti perché non potevano rendersi conto che gli escort erano minorenni: è terminato così oggi al Palazzo di giustizia di Torino il processo a tre clienti di alcuni giovani stranieri, risultati di età inferiore a 18 anni, dediti alla prostituzione. Il tribunale ha sancito che “il fatto non sussiste”. Uno dei tre imputati – tutti italiani – ha 83 anni. Era stata la stessa procura a proporre l’assoluzione in base a un articolo del codice penale, introdotto nel 2012, che permette di “invocare come scusa” la “inevitabile ignoranza” rispetto all’età.
Anche le difese erano state di questo parere. “Il reato in questione – commenta l’avvocato Cristian Scaramozzino, che ha assistito gli imputati con la collega Giulia Sattanino – va applicato caso per caso mediante una valutazione attenta e scrupolosa. Un conto è parlare di bambini e ragazzini, un altro è riferirsi a persone che, per quanto giovani, sembrano ormai avere superato ampiamente i 18 anni“.
La vicenda risale al 2017 e già alla fine delle indagini gli inquirenti avevano chiesto di archiviare il caso: un gip, però, aveva ordinato di procedere con l’imputazione. A organizzare il ‘giro’, servendosi di stranieri maggiorenni e minorenni che a volte ospitava nella propria casa, era un italiano che reclutava i ragazzi anche tra i frequentatori di una comunità. L’uomo è stato condannato in un processo separato.
Il pubblico ministero Laura Ruffino ha spiegato che, nel caso degli imputati, gli escort (che si dedicavano a massaggi e ad altre pratiche a luci rosse) erano persone “robuste”, dall’aspetto non infantile o adolescenziale, che operavano in stanze al buio e spesso arrivando quando il ‘lavoro’ sul cliente era già stato iniziato dal loro stesso sfruttatore. Gli stessi imputati, inoltre, raccomandavano di “volere dei giovani che non fossero minorenni”. (ANSA)