ASCOLI PICENO, 15 DIC – “Sono convinto che nelle carte del processo ci siano elementi più che sufficienti per dimostrare la colpevolezza dell’imputato, i cui diritti sono stati rispettati in ogni fase dell’inchiesta sui decessi avvenuti nella Rsa di Offida”. Così il procuratore capo di Ascoli Piceno Umberto Monti, commenta con l’ANSA, la sentenza del processo d’appello che il 6 dicembre scorso ha assolto “perché il fatto non sussiste” Leopoldo Wick, l’infermiere 60enne che la Procura accusa di essere responsabile di una serie di omicidi volontari e di tentati omicidi, per aver somministrato indebitamente farmaci ad anziani pazienti della struttura della Ast.
La Corte d’Assise di Macerata il primo giugno 2022 aveva ritenuto l’infermiere responsabile di 7 degli 8 casi di omicidio e di uno dei 4 casi di tentato omicidio contestati, a seguito delle indagini della Procura di Ascoli Piceno, che impugnò la sentenza per un caso di omicidio e per i restanti 3 di tentato omicidio per cui l’imputato era stato assolto. In Appello il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi ha chiesto la condanna all’ergastolo di Wick per tutti i casi che gli sono contestati, compresi quelli per cui in primo grado è stato assolto.
“La sentenza assolutoria ‘perché il fatto non sussiste’ mi ha molto sorpreso” aggiunge Monti, facendo intendere che, lette motivazioni, il ricorso in Cassazione della Procura generale è sostanzialmente scontato. Tra le ipotesi c’è quella che i giudici d’Appello abbiano accolto le contestazioni della difesa di Wick riguardo nullità, inutilizzabilità dei reperti e lesioni del diritto di difesa. Motivi “sollevati in primo grado, soltanto e per la prima volta in sede di discussione” ma ritenuti insussistenti.
Monti si sofferma infine su un caso che ritiene emblematico. “Nel sangue di un anziano deceduto e sottoposto ad autopsia c’era insulina retard somministrata indebitamente, visto che non era diabetico; il giorno successivo alla morte nello zaino di Wick trovammo proprio insulina retard ‘occultata’ in un flacone recante un’etichetta diversa, di cortisone. Per noi è una prova decisiva”. (ANSA)