Davigo attacca il giudice che lo ha condannato

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BRESCIA, 15 DIC – “Non solo non ho commesso reati, ma ho fatto il mio mestiere. Ma visto che a Brescia le cose non sempre le capiscono, mi hanno condannato. Ormai sono abituato è il 27mo procedimento che ho a Brescia”. Sono le parole pronunciate da Pier Camillo Davigo ospite ‘Mucchio Selvaggio’, il podcast di Fedez. “Se un pescatore pesca un luccio di 15 chili e lo fotografano sul giornaletto di provincia, è il pescatore che fa protagonismo o il luccio che è grosso? Non do giudizi, ma mi limito a dire che nel caso che mi ha riguardato, io ero un luccio che dava lustro”.

Davigo è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi per rivelazione del segreto d’ufficio per i verbali sulla presunta Loggia Ungheria.

“Come fa il tribunale di Brescia a dire che io ho violato il segreto? Il segreto sarebbe stato se avessi detto al Csm ‘c’è un’indagine con questi nomi’ e non ‘guardate che non stanno facendo un’indagine’. Ho spiegato tutto nei motivi d’appello. Credo alla giustizia? Assolutamente sì. Ci sono ancora l’appello, la Cassazione e la Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha aggiunto Davigo. Che in riferimento al giudice Roberto Spanò che lo ha condannato ha detto: “Questo è un paese curioso in cui più volte il presidente del collegio di Brescia pubblicamente ha dichiarato che fino a questo processo non sapeva cosa fosse il comitato di presidenza del Csm. Non è una cosa di cui ti devi vantare”. Roberto Spanò non ha al momento voluto replicare e ha scelto la linea del silenzio. (ANSA)