Il processo a Ragusa a carico di Luca Casarini e altri cinque membri della Mare Jonio prosegue. Il gruppo è accusato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Ma dalle carte dell’inchiesta, oltre agli appoggi certificati della Chiesa, il capo della Cei Zuppi ha ammesso i finanziamenti: “150mila € solo lo scorso anno” e gli aiuti della Sinistra (ammissioni di Orfini e Fratoianni), spuntano anche i rapporti con la Libia. Al direttore di una società panamense, proprietaria della Nivin, un cargo che – si legge su La Verità – tra il 7 e l’8 novembre 2018 aveva recuperato decine di migranti naufraghi ed era stata costretta a riparare nel porto di Misurata, dove i migranti, pur di non tornare in Libia, avevano preso in ostaggio l’equipaggio, Caccia (braccio destro di Casarini) fece una proposta ad Alame.
“Alcune fonti di Tripoli – dice Caccia e lo riporta La Verità – ci hanno detto che sarebbe possibile che le autorità libiche vi autorizzino a salpare da Misurata. Se voi poteste navigare in acque internazionali, noi potremo organizzare l’assistenza per voi e lo sbarco, bastano 30 miglia per essere liberi e sicuri”. Ma la risposta dell’altro armatore fu netta: “Noi le regole internazionali non le infrangiamo”. Ma si scopre molto di più, Caccia era in contatto direttamente con il portavoce di Haftar, mentre il governo M5s-Lega con Conte premier cercava di portare avanti una difficile trattativa con i libici.
La chat del 14 novembre 2018 – continua La Verità – fa capire tante cose sulle mosse del gruppo Casarini, Caccia riesce tramite il parlamentare di Sinistra Erasmo Palazzotto, che risulta centrale in questa vicenda, ad ottenere di parlare direttamente con Mohamed Ghunaim, portavoce del generale Haftar, che detiene una parte della Libia militarmente.
Ghunaim parla proprio del parlamentare del Pd: “Quello che ho detto a mister Palazzotto è che abbiamo molte prove che il governo italiano sta trattando con le persone sbagliate in Libia. A volte con Al Qaeda! Quindi dobbiamo organizzare un incontro”. Poi Caccia, ormai in confidenza, va oltre: “Noi siamo contro questo governo italiano, possiamo organizzare una evacuazione umanitaria della nave Nivin ferma a Misurata?”. Ghunaim lo delude e replica indispettito: “Misurata è sotto le milizie, non sotto l’Lna. Quella che il governo italiano sostiene!”. Caccia: “Esattamente la situazione che vogliamo cambiare”. (affaritaliani.it)