I Cdc americani sono tornati a raccomandare l’uso delle mascherine a causa del Covid, che continua ad aumentare, ma anche per i contagi elevati da virus respiratorio sinciziale e per la crescita delle polmoniti. E in Italia? Qual è la situazione e cosa raccomandano gli esperti soprattutto in vista del Natale?
“La mascherina e il lavaggio delle mani sono elementi di sanità pubblica e di intelligenza che non riguardano solo il Covid: sono strumenti che ci aiutano a non trasmettere le malattie infettive respiratorie – dice all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – E’ una questione di civiltà e di convivenza all’interno della comunità. Demonizzarla, come sempre più spesso accade oggi, è davvero insensato ma ogni volta che lo dico ricevo insulti da chi ne fa una questione ideologica”.
“Purtroppo la mascherina sembra essere diventata un problema nazionale. Se qualcuno la consiglia sembra che chieda alle persone di sottoporsi a chissà quale tortura. Ma il vivere in una comunità dovrebbe comportare il rispetto delle persone più fragili. Questo significa cercare di non essere vettori di malattia e aiutarle a proteggersi. Mi sembra di dire una banalità ma purtroppo va ribadito. Ricordo che per contrastare l’abitudine a sputare per terra in passato sono state fatte delle leggi che non erano ideologiche ma di buona sanità. Piccole precauzioni non possono essere tabù. In un momento di grande circolazione di virus respiratori come accade oggi – sottolinea – cercare per esempio di mettere il nonno a tavola lontano dai bambini è una cosa di intelligenza, non può essere argomento di contrapposizione”.
“Per quanto riguarda la mascherina, come Simit continuiamo a dire che negli ospedali il personale sanitario e tutte le persone che stanno in ambienti ospedalieri ristretti debbono usarla. Non è una ‘punizione’ ma un fatto di assoluta normalità e buonsenso che in alcuni Paesi è indiscusso. E non c’è tanta difficoltà a spiegarlo perché è talmente logico: l’ospedale è pieno di fragilità e servono precauzioni. Proteggere le persone fragili dovrebbe essere normale ma – afferma Andreoni – dirlo oggi è diventato complicato, basterebbe leggere le mail che ricevo: ogni volta che ribadisco il concetto vengo insultato”.
“Evitare baci e abbracci a Natale è il vero gesto d’amore verso i nonni, gli anziani e le persone più fragili – sottolinea ancora – Questo significa, nella realtà, ridurre i contatti troppo ravvicinati quando ci sono persone vulnerabili: una affettuosa attenzione di buonsenso durante una fase di circolazione virale elevata, non solo Covid ma anche influenza e altre malattie a trasmissione respiratoria che possono essere molto rischiose per alcune persone”. ADNKRONOS