di Nico Spuntoni – Nel pieno della tempesta mediatica che coinvolge la Chiesa per i finanziamenti diretti ed indiretti alla ong Mediterranea Saving Humans di cui è capo missione l’ex leader no global Luca Casarini, il Papa non rinuncia a parlare di migranti. Lo fa con i toni ed i contenuti a cui ci ha abituato in quasi undici anni di pontificato. Nell’udienza concessa oggi ai prefetti della Repubblica italiana, Francesco ha richiamato al dovere dell’accoglienza, ricordando ai rappresentanti del governo a livello locale che i migranti “sono volti e non numeri”.
Legalità ed umanità
Mattinata impegnata per il Pontefice argentino che domenica prossima spegnerà la 87esima candelina. In Sala Clementina ha ricevuto anche i prefetti italiani ai quali ha dato merito di svolgere un compito gravoso in cui è necessario “coniugare il rispetto della legge con l’attenzione all’umano”. Le tre grandi sfide da affrontare per un prefetto in Italia oggi sono, secondo il Papa, l’ordine pubblico, le criticità ambientali e la gestione dei flussi migratori. A proposito dei problemi idrogeologici Francesco ha citato le recenti calamità che hanno colpito Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. In merito a questi tragici eventi, il Pontefice ha voluto elogiare quelle che ha definito “le migliori qualità del popolo italiano” dimostrate “soprattutto nelle difficoltà” in mezzo alle quali il popolo italiano “sa unirsi in modo esemplare, congiungendo la solerzia delle istituzioni all’impegno dei cittadini”.
Abbracciare i migranti
Le recenti polemiche sui finanziamenti della Chiesa ad una ong non hanno fatto desistere Bergoglio da un passaggio sull’accoglienza. Il Papa ha detto che i migranti “sono volti e non numeri” definendoli poi “persone che non si possono semplicemente classificare, ma che occorrerebbe abbracciare”. Ai prefetti che hanno a che fare quotidianamente col problema della gestione dei flussi migratori, il Pontefice argentino ha detto che i migranti sono “fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni criminali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie”. Ai prefetti spetta il compito di “organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata sull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale”. Questi funzionari dello Stato non vanno lasciati soli a gestire le situazioni di disordine così come ad ascoltare quelle che Bergoglio ha definito le “apprensioni” e le “tensioni che si possono generare nei residenti”. Parole che denotano una consapevolezza di come l’accoglienza non sia solo rosa e fiori.
L’altro appuntamento
Oltre ai prefetti, questa mattina Bergoglio ha ricevuto anche il personale dell’Ufficio del Revisore Generale vaticano. Nel discorso consegnato agli interlocutori ma non pronunciato, Francesco li ha invitati ad una “misericordiosa discrezione perché, ferma restando l’esigenza di un’assoluta trasparenza in ogni azione, gli scandali servono più a riempire le pagine dei giornali che a correggere in profondità i comportamenti”. Parole in discontinuità con quanto sempre sostenuto pubblicamente sugli scandali finanziari e che arrivano a pochi giorni dalla sentenza attesa nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato che vede tra gli imputati anche il cardinale Angelo Becciu. L’indagine da cui è nato il processo nacque proprio da una doppia denuncia interna presentata dallo Ior e dallo stesso Revisore Generale sull’ormai famoso palazzo di Londra.
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