di Paolo Bracalini – Dopo una serie di inchieste su esponenti di centrodestra, Report indaga anche a sinistra. Oltre alla nuova puntata su Gasparri, stasera il programma di RaiTre si occupa degli affari del Pd. Si parla di diritti civili e parità di genere, un cavallo di battaglia del Pd di Elly Schlein. «Il servizio svelerà le attività private di due volti di primo piano del Partito Democratico: da sempre in prima fila per la difesa dei diritti civili, fuori dal Parlamento hanno fatto di questa nobile battaglia politica un business. Da sempre in prima fila per la difesa dei diritti civili, fuori dal Parlamento hanno fatto di questa nobile battaglia politica un business. Il conflitto di interesse in Parlamento non ha colore politico» scrive la redazione nell’anteprima.
Di chi si parla?
I nomi sono due: il primo è Alessandro Zan, deputato Pd, firmatario della omonima legge sulla omotransfobia. L’altro è quello di Michela Di Biase. Deputata dem. Ma soprattutto moglie di Dario Franceschini, ex ministro in vari governi, da Renzi a Letta a Gentiloni a Conte fino a Draghi, con cui ricopriva il ruolo di ministro della Cultura.
– Zan è titolare della Be Proud Srl, società che organizza il Pride di Padova. Quindi Zan si batte per i diritti omosex, e poi li trasforma in business? Lady Franceschini, come risulta dalla dichiarazione patrimoniale pubblicata dalla Camera dei deputati, è invece socia al 25% di una società, la Obiettivo Cinque. La srl, si legge sul loro sito, «si impegna affinché la parità di genere sia principio fondamentale per una società inclusiva e sostenibile, dove successo economico e benessere sociale vadano di pari passo. Obiettivo Cinque supporta le imprese a promuovere e sostenere un impegno concreto per una società inclusiva».
Nel portafoglio clienti grandi aziende come Novartis, Gucci, Philip Morris, Generali, Ibl Banca, Comin & partners. Proprio sul legame con quest’ultima, importante agenzia di comunicazione e pr, si concentrano Lorenzo Vendemiale e Carlo Tecce, i due autori dell’inchiesta di Report. Il link è Elena Di Giovanni, vicepresidente e Co-fondatrice di Comin & Partners (ma senza ruoli operativi). La Di Giovanni è anche co-fondatrice di Obiettivo Cinque, insieme alla Di Biase.
«Obiettivo cinque è una società che abbiamo fondato in quattro donne due anni fa confermò Di Biase a Open -. Si occupa di parità di genere. Io sono una delle socie e non ho incarichi gestionali». Anche per lei i diritti delle donne sono un impegno politico, ma anche un lavoro. Report ha chiesto conto di un altro legame, in cui entra in gioco il marito, l’ex ministro Franceschini, attualmente senatore e presidente della Giunta delle elezioni. Franceschini, da ministro, ha nominato Gianluca Comin e Elena Di Giovanni (socia della Di Biase), nel Cda del Teatro dell’opera e della Galleria Nazionale di Roma. É opportuno? Risposta della Comin & Partners: «Le nomine sono avvenute molto tempo prima della nascita di Obiettivo Cinque e comportano attività a titolo gratuito». Stasera, a Report, il resto della storia.
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