L’urlo “antifascista” alla Prima della Scala

Prima della Scala 2023

È stato identificato dalla Digos lo spettatore che ha urlato ‘Viva l’Italia antifascista’ prima dell’inizio della Prima della Scala. “L’ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto ‘viva l’Italia fascista’ ma così no”, ha detto all’ANSA Marco Vizzardelli, giornalista di 65 anni che si occupa di ippica, grande appassionato della Scala.

Vizzardelli ha spiegato che “a metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi sono un po’ spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo”. “Alla fine dell’atto – prosegue – mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso dato che siamo in un paese democratico”.

Nel corso dell’intervallo “sono andato nel foyer e lì mi hanno fermato in quattro: mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l’ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto ‘viva l’Italia fascista’. Si sono messi a ridere anche loro ma mi han detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d’identità”. Vizzardelli ha spiegato di essere un grande appassionato della Scala: “La metà della mia vita che non passo a seguire i cavalli, la passo a seguire la musica e la Scala”.  ANSA