In Italia, fin dal principio, non è stata fatta – volutamente e scientemente – farmacovigilanza sul vaccino anti Covid. E così ora, mentre gli altri Paese più o meno riescono a fare analisi concrete su come sia andata la campagna di vaccinazione di massa, noi ci ritroviamo con il database dell’Anagrafe nazionale vaccini (Anv), o anagrafe vaccinale, che è piena di dati farlocchi quindi inaffidabile. Il sistema avrebbe dovuto registrate quando furono somministrate le dosi a ciascun cittadino e anche giorno, mese, anno dell’eventuale decesso per qualsiasi causa. Questo, invece, non è accaduto e ora non possiamo confrontare la mortalità dei soggetti vaccinati con quella dei senza alcuna dose di anti Covid. Un problema non da poco. Non lo diciamo noi o qualche complottista, ma l’analisi svolta dai dipartimenti di Statistica, Informatica, Economia e management delle università di Pisa e di Firenze, ripresa da LaVerità.
E cosa emerge?
In base ai file forniti il 23 agosto scorso dal ministero della Salute all’avvocato Lorenzo Melacarne, con disposizione del Tar del Lazio che aveva accolto il ricorso del legale, altrimenti non li avrebbero mai tirati fuori, sono emerse parecchie anomalie. Ad esempio molti decessi di vaccinati non risultavano inseriti, guarda il caso… Su 60 soggetti, solo 5 (l’8%) risultavano morti malgrado l’evidenza fosse (e continua a essere) un’altra. Come spiega Patrizia Floder Reitter nel suo articolo, il gruppo di esperti ha evidenziato “vistose incongruenze”, così pure “errori nei dati” tali, da “non consentirne l’utilizzo per analisi sostantive della mortalità dei soggetti vaccinati contro il Covid-19. Pertanto, si ritiene necessario che il ministero della Salute svolga adeguati controlli e/o fornisca chiarimenti in merito alle anomalie da noi riscontrate”, scrivono nel documento.
Questi dati dell’anagrafe vaccinale dovevano servire a valutare in modo attendibile la mortalità nella popolazione vaccinata contro il Covid-19. Invece hanno fatto in modo di renderli inutilizzabili, per camuffare ancora la verità. “Sarebbe opportuno”, bacchettano gli esperti, che Aifa eviti “la pubblicazione di analisi viziate da errori”.
Alcune delle anomali venute a galla?
“Il crollo repentino del numero dei morti vaccinati che si dimezzano nel corso di soli 10 giorni nel mese di dicembre 2021 (da circa 1.000 morti al giorno, a circa 500)”, quando non c’erano state variazioni nelle dosi ripartite. Così pure i dati riferiti alla fascia 90-99 anni, che riportano vaccinate “916.286 individui” mentre dai dati Istat risultavano residenti in Italia al 31/12/2021 solo 800.637 appartenenti alla medesima classe di età. Vi rendete conto delle balle che ci hanno detto? Tutto questo non può rimanere impunito.
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