“se uno Stato subisce uno shock, le perdite possono essere compensate dai profitti generati in un altro Paese”
Non sono nati molti nuovi istituti di credito negli ultimi anni all’interno della zona euro, principalmente a causa dell’ampio numero di banche già presenti. La questione principale riguarda il modello di business tradizionale delle banche, che richiede la ricerca di nuove fonti di reddito e la riduzione delle filiali. L’investitore sembra allontanarsi dalle banche a causa di una redditività che non soddisfa le aspettative. Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), ha suggerito che un ulteriore consolidamento transfrontaliero potrebbe essere necessario. In un’intervista a De Standaard e La Libre Belgique, ha dichiarato che considerando la struttura dei costi delle banche europee, il consolidamento potrebbe offrire una soluzione, soprattutto a livello transfrontaliero sotto un unico supervisore e nel contesto di una politica monetaria unica. Lo scrive La Verità.
La necessità di matrimoni tra banche europee è stata precedentemente menzionata dai rappresentanti dell’Eurotower, non solo per rischio, ma anche in relazione all’unione bancaria. Il consolidamento del sistema finanziario ha avuto inizio con le società di risparmio gestito, in particolare nel settore dell’asset management, dove le grandi banche italiane sono pioniere e gestiscono miliardi di euro di titoli di Stato e risparmi. Attualmente, c’è un’attenzione intensa sulle trattative con l’Unione Europea, in particolare sulla riforma del patto di stabilità, il Mes e l’armonizzazione fiscale, che il governo Meloni ritiene debbano essere affrontate in un pacchetto complessivo.
Il Consiglio dell’Unione Europea ha già approvato un mandato per negoziare con il Parlamento europeo riguardo alle modifiche proposte alla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche. Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della BCE, ha espresso il desiderio di vedere la presenza di più banche europee con un portafoglio diversificato in varie parti dell’unione bancaria, simile alla JPMorgan europea. Enria ha notato che le banche europee sono attualmente più segmentate nelle loro operazioni transfrontaliere, considerandolo un’opportunità mancata. Ha evidenziato l’importanza della diversificazione tra gli Stati membri, sottolineando che se uno Stato subisce uno shock, le perdite possono essere compensate dai profitti generati in un altro Paese. Enria ha dichiarato che questo è il principale vantaggio delle fusioni transfrontaliere in termini di stabilità. affaritaliani.it