Lo scontro tra il governo Meloni e i magistrati prosegue. Dopo le allusioni del ministro Guido Crosetto su “trame per far cadere la premier” torna di stretta attualità la tematica dei test psico-attitudinali per i pm. Il guardasigilli Nordio, nel tentativo di distendere gli animi, in realtà alimenta ancora di più lo scontro, andando ben oltre delle semplici valutazioni. “Nelle mie pubblicazioni degli ultimi venti anni – dice Nordio a Il Corriere della Sera – ho scritto che questo esame è previsto per la polizia giudiziaria, e quindi non sarebbe uno scandalo se fosse esteso ai pm che ne sono i capi. Anzi a dire il vero io parlavo di esame psichiatrico. Ma si tratta di un argomento delicatissimo, che va discusso con grande pacatezza e con le interlocuzioni del Csm e degli ordini forensi”.
Nordio affronta anche il tema delle dichiarazioni di Crosetto: Il ministro Crosetto non è solo un amico, ma è un politico con cui siamo in consonanza praticamente su tutto. Non ha mai parlato di complotti, ma ha interpretato la preoccupazione della politica per gli atteggiamenti di alcuni magistrati”.
“Il fatto – prosegue Nordio a Il Corriere – è che non si sono mai rimarginate le ferite aperte dopo l’emersione dello scandalo Palamara. Dalle chat si è scoperto che addirittura un magistrato diceva all’altro che Salvini era innocente ma bisognava attaccarlo. Un’affermazione sacrilega, che in un Paese normale avrebbe dovuto suscitare una indignazione generale. Per di più Palamara ha aggiunto che non era un caso isolato. Eppure su queste attitudini aggressive e indegne di chi indossa la toga non è mai stata fatta chiarezza. La vicenda è stata chiusa con la radiazione di Palamara, ma i sospetti sono rimasti. Io stesso ne ho scritto a lungo, ben prima di diventare ministro. Crosetto se ne è solo fatto interprete”. Chiusura sulla separazione delle carriere: “Quella misura non è bloccata, semplicemente deve seguire quella, politicamente più importante, del premierato”. affaritaliani.it