Massimo Cacciari, ospite a Otto e mezzo, la trasmissione televisiva condotta da Lilli Gruber su La7, ha parlato del cultura patriarcale. L’argomento, tornato centrale nel dibattito pubblico anche a seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin, rappresentava il tema della puntata. La conduttrice ha chiesto all’ex sindaco di Venezia e filosofo, da sempre attento alle dinamiche della politica e dalla società, che ruolo avesse e cosa rappresentasse oggi il patriarcato. La risposta di Cacciari, come al solito, non è stata affatto scontata.
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Il Patriarcato secondo Massimo Cacciari
«Può piacere o no, ma la civiltà occidentale dall’invasione dorica di 1500 anni prima di Cristo si imposta su un’idea di patria potestas. Questo chiaramente non c’entra col condividerlo o meno, è la realtà. E’ una cosa che dura grosso modo, per poi andare in crisi, fino al nostro Rinascimento. E’ una rivoluzione vera, culturale e antropologica. Già nei drammi di Shakespeare è chiarissima la crisi del modello patriarcale. Via via questa crisi si approfondisce, l’epoca storica della famiglia borghese segna una grave crisi nella cultura patriarcale. E’ venuto sempre meno, con drammatica rapidità nell’ultimo periodo, il ruolo della figura maschile all’interno della famiglia. Io ritengo che queste tragedie siano il frutto, nelle personalità più deboli e più fragili, di questa loro centralità e di questa loro figura di riferimento, di questo loro esercizio del potere, ma anche legittimità valoriale».
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«I rapporti distrutti dalla fine del maschio»
Per la scrittrice, «il patriarcato non c’entra nulla: è stata la demolizione della virilità a rendere gli uomini fragili e quindi più aggressivi.
Leggi l'intervista di @franborgonovo a Susanna Tamaro ⬇️ https://t.co/JawsJpmojq
— La Verità (@LaVeritaWeb) November 26, 2023