Riceviamo e pubblichiamo
Caro Direttore Manocchia,
sono con la presente ad esprimerti numerose perplessità relative all’associazione UE da parte di quello staterello, enclave di quello italiano, che negli ultimi anni parrebbe proprio averne fatte di cotte e di crude con buona pace, e s’immagina quantomeno la collaborazione, dei “padrini” italiani che da decenni ne controllano parte fondamentale delle istituzioni, su tutte la Banca Centrale che, come noto, è l’organo di vigilanza sul sistema finanziario locale.
Mi chiedo infatti come l’Unione Europea possa accettare l’associazione di uno Stato che di fatto è responsabile di quanto sotto elencato a memoria e che spesso ha coinvolto cittadini UE, ovvero:
– la messa in LCA illegittima di istituto finanziario (Asset banca) e mancata restituzione del sequestrato a quasi due anni dalla sentenza definitiva che ne ha sancito appunto l’illegalità.
– la messa in LCA di altra banca con trattenimento dei soldi dei correntisti attraverso la conversione degli stessi, sancita unilateralmente dal Governo, oltretutto in Titoli di Stato (senza mercato) rimborsabili tra trent’anni.
– la gestione della locale Banca Centrale che da tempo ormai agisce e lavora in regime di illegalità se si considera la composizione del Consiglio Direttivo della stessa in contrasto addirittura con lo Statuto cosa che di fatto la lascia in mani totalmente italiane.
– la bizzarra pratica della stessa Banca Centrale, organo di controllo, che da decenni si fa certificare i conti – poi parte del Bilancio statale – dallo stesso Audit che certifica quelli delle controllate (fossero esse private come le liquidate Banca Commerciale Sammarinese e Asset, o ad azionariato al 100% dello Stato come CarispSM)
– la gestione dell’ente Banca Centrale affidata sempre a soggetti italiani che, ad oggi, si sono distinti solo per aver portato la RSM nelle liste dei Paesi canaglia o, più recentemente, per essere stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere, abuso di potere etc… o, infine, per i rapporti intrattenuti con Servizi Segreti e Guardia di Finanza italiani, oltretutto negati dalla Presidente (moglie di ex alto funzionario della Cassa depositi e prestiti della Repubblica italiana) sia di fronte al parlamento locale che in Tribunale ma evidenti da documentazioni ufficiali.
– la cessione di Crediti deteriorati (i famosi Delta) a Società italiana, SGCD, che di fatto parrebbe legata alle attività di un Senatore italiano con 46 (!!!) incarichi, a quanto parrebbe con grande guadagno da parte di quest’ultima.
– le ingiuste incarcerazioni di professionisti locali mai risarcite (su tutti i casi, certo molto diversi tra loro, dell’avv. Livio Bacciocchi e del Signor Jean Marc Tierce – di passaporto francese -) e la reiterata violazione dei diritti degli stessi nonostante sentenze a loro favore emesse in via definitiva anche in Italia e/o dalla Corte Europea dei Diritti Umani.
– i proditori cestinamenti di interrogazioni parlamentari sulla presenza in RSM di pericoloso latitante di mafia quale fu Matteo Messina Denaro.
– la censura dell’informazione locale attuata anche attraverso denunce dei giornalisti per fatti che in qualsiasi altro Stato sedicente democratico sarebbero state rigettate in partenza. A questo proposito va ricordato come Reporters sans Frontier non consideri la RSM nelle sue graduatorie relative alla libertà di stampa considerato il livello di clientelismo e corruzione che ritiene presente nell’enclave.
– la ratifica di Leggi su residenze fiscali agevolate proprio in concomitanza con incontri per l’associazione UE che certe pratiche vorrebbe abolire vista la concorrenza fiscale sleale che esse possono produrre.
È per tutto ciò che, caro Direttore, mi chiedo in conclusione come mai la stessa richiesta di associazione sia stata presa in considerazione dalla Commissione europea visto e considerato anche il comportamento ondivago dei Governi locali in merito ai rapporti della Repubblica di San Marino con Russia e Cina ad esempio, spesso anteposti a quelli con l’UE.
Forse che serva anche all’Europa un’altra lavatrice? O magari nessuno ha mai colpevolmente messo al corrente la Commissione di certe pratiche?
O forse che qualcuno nel bel paese ha bisogno di tutelare i propri interessi che una RSM fuori dell’Associazione e di conseguenza abbandonata a se stessa nel vortice di debito accumulato, di sicuro non favorirebbe?
Lettera firmata